Andrea Camilleri, 93 anni, si è spento alle 8.20 di mercoledì 17 luglio, da tempo le sue condizioni di salute tenevano in apprensione il popolo italiano che sui social ha supportato la battaglia dello scrittore per restare aggrappato alla vita, fin da quando è stata diramata la notizia del ricovero urgente, un mese fa, per problemi cardiaci. Ricoverato nel reparto di terapia intensiva, “le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali – si legge nel bollettino dell’ospedale -. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio”.
Aveva conquistato la fama ed era benvoluto dal pubblico, non solo per i suoi libri, ma anche per i suoi personaggi ed ha usato questa sua forza mediatica per raccontare di sé e del suo amato commissario Montalbano, ma soprattutto per intervenire sul sociale, per cercar di far arrivare ai suoi lettori, che sono tantissimi, alcune idee base di democrazia e eguaglianza e dignità: ideali che oggi rischiano di estinguersi, Camilleri ne era consapevole.
La sua importanza come artista e intellettuale va riscontrata proprio nel costante impegno nella scrittura legata alle idee, proposte con la sua aria bonaria ma anche con un preciso vigore.
scrittore, sceneggiatore, regista, drammaturgo e insegnante, Camilleri era nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925. La mattina del 17 giugno, Camilleri è stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma per un arresto cardiorespiratorio. Giunto in condizioni critiche, viene ricoverato, in prognosi riservata, nel reparto di rianimazione, dove si è spento stamattina, mercoledì 17 luglio, senza mai aver ripreso conoscenza. Il creatore del commissario Montalbano è stato colpito dal malore mentre si stava preparando a partecipare con la sua Autodifesa di Caino il 15 luglio allo spettacolo che si sarebbe tenuto alle antiche Terme di Caracalla.
«Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano»: questo il pensiero di Camilleri in merito alla morte. |
Andrea Camilleri, 93 anni, si è spento alle 8.20 di mercoledì 17 luglio, da tempo le sue condizioni di salute tenevano in apprensione il popolo italiano che sui social ha supportato la battaglia dello scrittore per restare aggrappato alla vita, fin da quando è stata diramata la notizia del ricovero urgente, un mese fa, per problemi cardiaci. Ricoverato nel reparto di terapia intensiva, “le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali – si legge nel bollettino dell’ospedale -. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio”.
Aveva conquistato la fama ed era benvoluto dal pubblico, non solo per i suoi libri, ma anche per i suoi personaggi ed ha usato questa sua forza mediatica per raccontare di sé e del suo amato commissario Montalbano, ma soprattutto per intervenire sul sociale, per cercar di far arrivare ai suoi lettori, che sono tantissimi, alcune idee base di democrazia e eguaglianza e dignità: ideali che oggi rischiano di estinguersi, Camilleri ne era consapevole.
La sua importanza come artista e intellettuale va riscontrata proprio nel costante impegno nella scrittura legata alle idee, proposte con la sua aria bonaria ma anche con un preciso vigore.
scrittore, sceneggiatore, regista, drammaturgo e insegnante, Camilleri era nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925. La mattina del 17 giugno, Camilleri è stato ricoverato all’ospedale Santo Spirito di Roma per un arresto cardiorespiratorio. Giunto in condizioni critiche, viene ricoverato, in prognosi riservata, nel reparto di rianimazione, dove si è spento stamattina, mercoledì 17 luglio, senza mai aver ripreso conoscenza. Il creatore del commissario Montalbano è stato colpito dal malore mentre si stava preparando a partecipare con la sua Autodifesa di Caino il 15 luglio allo spettacolo che si sarebbe tenuto alle antiche Terme di Caracalla.
«Se potessi vorrei finire la mia carriera seduto in una piazza a raccontare storie e alla fine del mio ‘cunto’, passare tra il pubblico con la coppola in mano»: questo il pensiero di Camilleri in merito alla morte. |