Inseparabili nella vita e anche nella morte: questo il crudele destino inferto ad Alessio e Simone, i due cuginetti di 11 e 12 anni falciati da un Suv lo scorso 10 luglio a Vittoria, nel ragusano, mentre erano seduti sull’uscio di casa.
Alessio, 11 anni, appassionato di matematica e musica, è morto sul colpo, Simone, 12 anni, è giunto in condizioni disperate all’ospedale di Messina, i medici sono stati costretti ad amputargli gli arti inferiori, dopo un intervento chirurgico durato 5 ore, ma non è bastato a salvargli la vita. Si è spento lo scorso sabato 13 luglio, dopo una straziante agonia, mentre erano in corso i funerali del cuginetto.
I due bambini non hanno avuto il tempo di rendersi conto di nulla: a raccontare la sequenza omicida, il video di una telecamera di sorveglianza in cui si vede l’auto killer piombare come una scheggia sui due cugini, seduto uno accanto all’altro, in via IV aprile, a Vittoria, cittadina in provincia di Ragusa.
Alla guida dell’auto impazzita, un pregiudicato, in compagnia di altri tre, che qualche metro più avanti sono scesi dal Suv dandosi alla fuga.
Il conducente, mezz’ora dopo, si è costituto. Gli altri tre sono stati individuati e denunciati in stato di libertà. Rosario Greco, 37 anni, è l’uomo che stroncato le vite di Alessio e Simone, risultato positivo al test dell’alcool con un tasso 4 volte superiore alla norma, ha perso il controllo del mezzo, tentando un sorpasso azzardato, quindi è uscito fuori strada e ha travolto i due bambini, tranciandoli di netto. Nella sua auto la Polizia ha trovato anche un manganello ed una mazza da baseball.
Quella striscia d’asfalto era la linea di confine che separava le case dei due cuginetti, situate una di fronte all’altra ed ha ospitato tanti momenti di vita quotidiana condivisi da Alessio e Simone, molto di più di due cugini, due fratelli inseparabili. Dalle partite di calcio, alle prime pedalate in bicicletta, fino al crudele epilogo: quello schianto mortale contro quell’auto schizzata come una scheggia impazzita e che ha falciato le vite dei due bambini.
Alessio amava la musica, suonava la batteria e voleva entrare a far parte dell’orchestra della scuola media che a settembre avrebbe iniziato. Era stato selezionato per suonare le percussioni ed era felicissimo.
Con il gruppo estivo della parrocchia san Domenico Savio aveva trascorso la mattinata al mare, poche ore prima della tragedia. Aveva un alto senso di responsabilità, tanto che aveva espresso il desiderio di essere animatore del Grest nella prossima stagione estiva. Ministrante della parrocchia san Giuseppe, dove lo scorso 2 giugno aveva fatto la prima comunione, Simone amava portare la croce astile all’altare.
Nel giorno dei funerali di Alessio, 11 anni, anche il cuore di Simone, 12 anni, ha smesso di battere, dopo 4 giorni di agonia. A Simone erano già state amputate entrambe le gambe, tranciate di netto nell’impatto con la grossa auto: trasferito in elisoccorso al Policlinico di Messina, il ragazzino è morto proprio nel giorno in cui la sua città ha dato l’ultimo saluto a suo cugino Alessio. Simone era in coma farmacologico e combatteva con una febbre alta e con un assestamento emodinamico, di circolazione e pressione, dopo l’amputazione che presentava varie complessità.
Più di 3mila persone hanno presenziato al funerale di Alessio. “Lascerò Vittoria. Dopo questa tragedia non riesco più a vivere in questa città. Non riesco più ad entrare nella mia casa. Chiedo e pretendo giustizia per mio figlio” ha dichiarato il padre del piccolo alla fine della cerimonia funebre.
Il papà di Alessio ha rivolto un appello a Di Maio e Salvini: “Ci tengo a fare un appello a Salvini e Di Maio affinchè venga fatta piena e vera giustizia. Spero di non ritrovarmi fra qualche tempo a vedere che, chi ha ucciso mio figlio e mio nipote, venga condannato a due o tre anni. Nè io, nè mio fratello potremmo accettarlo. Per questo motivo – conclude il papà di Alessio – mi rivolgo a Salvini e Di Maio”.