Ha destato non poche polemiche, oltre che a reazioni molto forti da parte dell’opinione pubblica, la vicenda avvenuta durante la giornata di venerdì 12 luglio e che ha portato alla morte di un cane, raggiunto da due colpi di pistola e morto proprio per la gravità delle ferite riportate.
A suscitare maggiore scalpore è il fatto che quei colpi di pistola sono stati esplosi da un agente della polizia di Stato.
L’episodio è avvenuto in via Cesare Rosaroll, a Napoli.
Secondo quanto ricostruito nella versione ufficiale fornita dagli agenti del Commissariato “Vicaria-Mercato” hanno raggiunto via Cesare Rosaroll per eseguire un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli nei confronti di un 25 enne già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.
L’uomo ha fin da subito opposto una viva resistenza all’arresto, puntando una pistola contro gli operatori, poi risultata una replica priva del tappo rosso, ingaggiando con loro una colluttazione ed aizzando il proprio cane, che ha morso uno dei poliziotti.
Durante queste fasi, gli agenti hanno esploso due colpi all’indirizzo del cane.
Quattro degli operanti sono ricorsi a cure mediche per traumi e contusioni varie, e un quinto a causa del morso ricevuto.
Sono stati i poliziotti di un’Unità Cinofila a soccorrere il cane e a condurlo presso un centro veterinario, dove è deceduto.
L’uomo è stato arrestato, oltre che in virtù del provvedimento restrittivo, per violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
La vicenda è finita subito nell’occhio del ciclone, grazie ad un video amatoriale pubblicato sui social che ritrae quegli attimi concitati.
Immediata la reazione degli animalisti. L’Ente Nazionale Protezione Animali, ha reso noto attraverso una nota, di aver attivato il proprio ufficio legale per “assumere ogni opportuna iniziativa sulla vicenda del cane ucciso oggi durante un controllo di polizia. Molti gli elementi da chiarire, relativi non soltanto alla dinamica del fatto, cioè come e perché un agente di polizia avrebbe sparato, ma anche alla detenzione di un pitbull da parte di una persona sottoposta agli arresti domiciliari. Al momento l’unico dato certo – conclude l’Enpa nella nota stampa – è che quel pitbull non si sarebbe mai dovuto trovare nella disponibilità di una persona agli arresti domiciliari. Bisognerà capire anche come e perché questo problema non sia stato sollevato prima”.
Una vicenda che ricorda quella di Leon Rosby, arrestato a giugno del 2013 a Hawthorne, città della California, nella contea di Los Angeles. Anche in quella circostanza, proprio come accaduto a Napoli, il suo rottweiler, nel vedere gli agenti accerchiare il suo padrone, reagì aggredendoli, nel tentativo di difenderlo. La reazione dei poliziotti fu analoga: il cane fu raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco che ne provocarono la morte, sotto gli occhi del padrone che non ha potuto fare altro che assistere impassibile.