Jagroop Singh arriva dal Punjab, una Regione dell’India al confine con il Pakistan, cuore della comunità indiana dei sikh. Ha terminato alcuni mesi fa gli studi in legge all’Università di Varanasi, la più santa delle città sacre dell’India, e subito dopo è partito per Napoli 2019.
“In India avevo appena iniziato a lavorare come avvocato, poi la passione per lo sport, in particolare per il tiro a segno, ha preso il sopravvento e così sono partito per prendere parte a questa Universiade. Sto facendo una bella esperienza, mi sto occupando di comunicazione tra la delegazione indiana e il comitato organizzatore. È la mia prima volta a Napoli. Non ho ancora avuto modo di girare la città, che sembra bellissima, probabilmente lo farò domani se sarò libero da impegni. Mi piacerebbe – prosegue – conoscere le opportunità culturali che ci sono qui a Napoli per capire di più della cultura italiana e mostrare qualcosa in più di quella indiana. Manifestazioni come l’Universiade sono interessanti anche per lo scambio culturale che si crea tra i partecipanti provenienti da così tanti Paesi. Questi eventi possono anche essere un ponte per la pace tra Stati in conflitto. Lo sport da questo punto di vista può essere uno strumento per superare le incomprensioni”.
“Appena rientrerò nel mio Paese – conclude – consiglierò ai miei amici di fare questa esperienza di volontariato. Nel frattempo sto già pensando a Tokyo 2020”.