La giornata odierna, mercoledì 26 giugno, è sorta nel segno di un’importante operazione anticamorra: 126 arresti in un maxi-blitz condotto dai Carabinieri del ROS e del Comando provinciale di Napoli.
L‘Operazione denominata “Cartagena” ha fatto scattare le manette per i membri dell’Alleanza di Secondigliano, appartenenti a tre clan camorristici: Contini, Mallardo e Licciardi. Si tratta di un sodalizio camorristico, nato in seguito all’alleanza tra più clan, attivo nella zona nord di Napoli: dal quartiere di Secondigliano, da cui prende il nome, ai quartieri di Scampia, Piscinola, Miano e Chiaiano.
“L’Alleanza” nacque alla fine degli anni Ottanta dai boss di tre famiglie malavitose: Edoardo Contini, Francesco Mallardo e Gennaro Licciardi.
A coordinare le indagini è stata la Direzione Distrettuale Antimafia, presso la Procura della Repubblica guidata da Giovanni Melillo.
Oltre agli arresti per reati che vanno a vario titolo dall’associazione di tipo mafioso al traffico di droga, estorsione e usura, la Guardia di finanza si è occupata dei beni riconducibili alle persone arrestate: è stato sequestrato un ingente patrimonio accumulato in modo illecito dai clan e quantificato in circa 130 milioni di euro.
L’operazione è partita da Napoli, ma si è estesa su tutto il territorio nazionale e anche all’estero.
Le indagini della DDA hanno consentito di ricostruire l’attuale assetto gerarchico dell’alleanza e i numerosi reati commessi dai suoi membri, documentando in alcuni casi anche l’infiltrazione della malavita all’interno di strutture pubbliche. Secondo quanto emerso dalle indagini, il cartello criminale presenta una struttura federativa, ciascun gruppo è dotato di margini di autonomia, ma con una funzione direttiva comune per le decisioni sui temi più importanti. Il cartello controlla un numero “impressionante di attività d’impresa” e attività come le truffe assicurative.
Dei 126 destinatari dell’ordinanza, 89 indagati vanno in carcere, gli altri sono stati raggiunti da misure meno afflittive. Sono stati documentati incontri al vertice fra i capi del cartello. Nell’inchiesta è indagato, ed è stato anche perquisito, un avvocato penalista, Raffaele Chiummariello, storico difensore di esponenti del clan Contini. Il giudice ha rigettato la richiesta di arresto nei suoi confronti, la Procura non ha impugnato la decisione.
Per altri 33 indagati, il giudice non ha emesso la misura cautelare, pur ravvisando i gravi indizi.