Si sono svolti martedì 25 giugno, in forma strettamente privata, i funerali della piccola Iolanda, la piccola di 8 mesi di Sant’Egidio di Monte Albino arrivata morta, lo scorso sabato notte, al Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.
La cerimonia ha avuto luogo nella cappella del cimitero di Pagani, dove il feretro bianco è arrivato intorno alle 9,30. C’era anche la mamma della bambina, indagata per la sua morte, insieme al padre e ad altri parenti. Tutti raccolti in un composto silenzio.
Toccante l’omelia di monsignor Giuseppe Giudice, vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, che ha chiesto scusa a Iolanda, a nome di tutti. «È il momento del silenzio – ha detto – che non è omertà. Dobbiamo riflettere per evitare che ciò è accaduto possa ancora ripetersi. A te, piccola Iolanda, chiediamo tutti perdono. Insegnaci a riscoprire il senso della riconciliazione e della civile convivenza».
Nelle ore precedenti al funerale, l’esame autoptico effettuato sul corpicino di Iolanda ha chiarito le circostanze in cui è maturata la morte della piccola. Il cadavere della piccola è stato sottoposto ad una tac alla testa e al volto, per escludere che potesse aver ricevuto dei pugni in faccia, poi i medici legali hanno controllato i segni di strangolamento che presentava sul collo.
La verità emersa è sconcertante: la piccola era sottoposta a torture continue da parte del padre, Giuseppe Passariello.
Secondo quanto raccontato dalla mamma, Imma Monti, l’uomo l’afferrava per le guance e la sollevava in alto, poi le sfregava la barba sulla pelle, le dava dei pizzicotti così forti che la bimba piangeva disperata finché non finiva di avere fiato. In altri casi ancora, batteva i denti contro manine e piedini fino a farla sanguinare.
La donna ha riferito ai pm che le violenze ai danni di Jolanda si protraevano da almeno 4 mesi, ovvero, da quando Giuseppe Passariello era tornato dalla comunità di recupero dove avrebbe dovuto disintossicarsi.
Quando la piccola è giunta al Pronto Soccorso, i medici si erano accorti dei lividi e delle escoriazioni sulla sua pelle e avevano ipotizzato che Iolanda fosse vittima di maltrattamenti domestici. Avevano avvisato le forze dell’ordine ed erano partiti gli accertamenti. Per questa ragione i genitori sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio aggravato.
Entrambi a piede libero, ma per il papà erano poi scattate le manette e il trasferimento nel carcere di Fuorni: gli agenti della Squadra Mobile, che curano le indagini insieme ai colleghi del commissariato di Nocera, stavano monitorando i suoi movimenti e lo hanno beccato nella stazione di Salerno. Il 37enne aveva detto di essere in crisi di astinenza e di essersi spostato per comprare della droga, ma dopo gli accertamenti medici i poliziotti lo hanno sottoposto a fermo: ritengono che volesse saltare sul primo treno e scappare.
I due genitori erano stati ascoltati a lungo dagli investigatori e durante le dichiarazioni si erano contraddetti, avevano raccontato versioni differenti, erano arrivati ad accusarsi a vicenda. Poi la donna ha raccontato al pm dei maltrattamenti e delle violenze che il coniuge era solito praticare alla loro bambina. Una serie di abusi a cui varie volte aveva assistito senza intervenire per paura che l’uomo la picchiasse. Qualche volta aveva urlato, per farsi sentire dai vicini, sperando che il marito si fermasse per paura che qualcuno chiamasse le forze dell’ordine. Ma, quando gli diceva che la bambina aveva bisogno delle cure mediche, lui avrebbe risposto che se l’avessero portata in ospedale in quelle condizioni sarebbero stati arrestati entrambi. Probabilmente, questa è stata la ragione che ha portato i due genitori a soccorrere in ritardo la piccola, morta durante il tragitto in ambulanza e quindi giunta già deceduta in ospedale.
Preferiva il figlio maschio alla femminuccia Giuseppe Passariello: questa la motivazione che hanno portato l’uomo a maltrattare la piccola fino a provocarne la morte.
In sede di interrogatorio, Passariello ha anche riferito agli inquirenti di “non averla trattata tropo bene in alcune circostanze”. In particolare, quando la piccola piangeva a causa di un fastidio che aveva alle manine, la reazione del padre era violenta. La piccola Iolanda aveva una patologia neurologica.