Un arresto che conferma “il passaggio del testimone” in chiave estorsiva nel quartiere Ponticelli, dopo la resa del clan De Micco. Gli agenti del commissariato Ponticelli hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta dalla Dda, nei confronti di Carmine Bosso, 54 anni, gravemente indiziato di estorsione e tentata estorsione aggravate dal metodo mafioso.
Bosso, ritenuto contiguo al clan Aprea-Cuccaro di Barra, si era reso autore delle classiche estorsioni di Pasqua e Natale nei confronti dei commercianti di Ponticelli. Per questa ragione è stato tratto in arresto durante la mattinata di lunedì 24 giugno, mentre si trovava nel suo appartamento nel quartiere Barra. Determinanti nel ricostruire le gesta criminali di Bosso, le immagini dei sistema di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali acquisite dagli inquirenti, incrociate con il “cattura targhe” che ha contribuito a ricostruire i movimenti dell’arrestato.
Le condotte contestate dimostrano come, in seguito al momentaneo vuoto di potere, le organizzazioni criminali operanti sui territori limitrofi abbiano cercato di espandersi nel quartiere di Ponticelli affermando la propria supremazia. Un’ipotesi che dopo il declino del clan De Micco, nel novembre del 2017, aveva trovato un primo attendibile riscontro proprio in occasione delle estorsioni di Pasqua del 2018, con gli estorsori che si presentavano al cospetto dei commercianti a nome di “quelli di Barra”. Un’occasione troppo ghiotta per non approfittarne, per la cosca dei Cuccaro-Aprea che hanno sempre guardato al vicino quartiere Ponticelli con grande interesse: la resa dei De Micco ha generato un vuoto di potere che hanno immediatamente pensato di arginare imponendo la loro supremazia ai commercianti del quartiere.
I Cuccaro-Aprea, nel nuovo disegno camorristico che si è configurato dopo la fine dell’era dei de Micco a Ponticelli, ricoprono un ruolo egemone e di spessore, non solo in chiave estorsiva.