La Juul Labs, azienda leader nella produzione e commercializzazione delle sigarette elettroniche, finanzierà una ricerca sulle e-cig, stanziando sette milioni e mezzo di dollari. Come riporta il sito della CBS, lo studio verrà condotto da un college del Tennessee, il MeharryMedical College.
La nota ufficiale del Meharry College
Il college ha comunicato il lancio della ricerca tramite una nota diramata dal proprio sito ufficiale: “Il MeharryMedical College” – si legge – “il più grande centro ricerche privato indipendente sulla salute della nazione, oggi ha annunciato che lancerà un centro per gli studi dei Determinanti Sociali della Salute. Dedicato ad esaminare i fattori sociali che influenzano la salute pubblica ed il benessere, il Centro avrà come prima iniziativa la ricerca relata all’emergere delle e-cigarettes, così come il tabacco ed altri prodotti a base di nicotina. Ciò sarà possibile grazie ad un finanziamento quinquennale da 7.5 milioni di dollari offerto da JUUL Labs Inc.”.
“Il finanziamento della JUUL” – ha dichiarato il dottor James E.K. Hildreth, presidente e CEO del MeharryMedical College – “dà al Meharry l’opportunità unica di porsi al comando di una nuova linea indipendente di ricerca in questa area critica della salute pubblica. Il nostro obiettivo è quello di aiutare ad impostare una nuova linea di educazione e prevenzione”.
La ricerca è anche legata soprattutto alla diffusione del consumo di tabacco presso i minori, che negli ultimi anni ha conosciuto una crescita costante negli Stati Uniti. Anche per questo, la JUUL (che di recente è entrata a far parte dell’Anafe) è tra le aziende che si è trovata a contrastare l’ostracismo della FDA (Food and Drug Administration), l’organo che si occupa di regolamentare la distribuzione anche dei prodotti a base di nicotina e – nel caso delle sigarette elettroniche – dei dispositivi elettronici per lo svapo.
Lo scopo dell’investimento
Come detto, lo ‘svapo’ è materia controversa negli Stati Uniti (al punto che San Francisco starebbe valutando la possibilità di bandire le sigarette elettroniche). Anche per questo, secondo quanto evidenziato dal New York Times, la JUUL avrebbe deciso di stanziare una somma così ingente per lo studio del Meharry College, così da “reclutare scienziati che possano provare alla Food And Drug Administration, ed al pubblico, che ‘juulare’ offre più benefici che rischi”. La ricerca avrebbe anche una scadenza ben precisa (il 2022), oltre la quale – in assenza di dati concreti a supporto della posizione dell’azienda di San Francisco –la FDA potrebbe, nel peggiore dei casi, disporre il divieto di vendita dei prodotti del colosso californiano.
Si tratterebbe di una misura di certo eccessiva, anche in considerazione di quanto la comunità internazionale dello ‘svapo’ sia in costante aumento non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa. L’Italia, in tal senso, rappresenta uno dei principali mercati, grazie anche ad una comunità di utilizzatori delle sigarette elettroniche che ha raggiunto il milione di unità nel 2019. Molti tabagisti, infatti, effettuano il ‘passaggio’ alle e-cig come primo step per interrompere in maniera definitiva il consumo di tabacco (dal momento quello nebulizzato è nettamente meno dannoso per la salute rispetto a quello consumato per combustione); l’effetto deterrente dello svapo si è dimostrato più efficace rispetto ad altri metodi, come ad esempio i cerotti alla nicotina; la sigaretta elettronica permette infatti di perpetrare la stessa gestualità senza alimentare ulteriormente la dipendenza. In Italia le e-cigarettes sono acquistabili sia presso i negozi fisici sia tramite gli store online dei rivenditori autorizzati, come ad esempio Vaporoso; questi ultimi devono essere in possesso dell’autorizzazione dei Monopoli di Stato per la commercializzazione dei liquidi per lo svapo già aromatizzati, così come per i liquidi fai da te, che prevedono una base neutra ed un additivo aromatizzante da svapo.