Da circa 24 ore impazza la polemica relativa a quanto accaduto durante la giornata di ieri, domenica 23 giugno, in occasione dell’inaugurazione del parco acquatico “Pareo Park” di Giugliano in Campania, con le sale d’attesa di diversi pronto soccorso della città invasi dai bagnanti che hanno riscontrato bolle ai piedi e piccole lesioni agli arti inferiori dei loro bambini dopo il bagno in piscina.
Su disposizione dell’Asl Napoli 2 Nord la struttura è stata chiusa.
A ricostruire quanto accaduto è Giuseppe, il genitore di due bambini protagonisti di quella che doveva essere una domenica all’insegna dello svago e del divertimento per le tante famiglie che hanno preferito beneficiare del refrigerio offerto dalla nuovissima struttura invece di recarsi al mare e che, invece, sono finiti all’ospedale: “Tutto ha avuto inizio verso le 11.30, quando mi sono accorto che mio figlio, uscito dall’acqua della piscina, sanguinava sotto i piedi e sulle ginocchia. Siccome sul pavimento della struttura c’erano pietre e residui di erba, pensavo che quelle ferite fossero imputabili al fatto che mio figlio camminava senza indossare le ciabatte. Poco dopo anche l’altro figlio mio presentava le stesse ferite. Mentre stavamo pranzando, abbiamo notato che sempre più genitori manifestavano apprensione perché riscontravano le stesse ferite sui loro bambini.
Bolle sotto e sopra i piedi, sotto le dita delle mani e sulle ginocchia di tantissimi bambini: il dottore dell’infermeria ha subito dato la colpa all’acqua della piscina. In verità, l’acqua del “fiume lento” al nostro arrivo era molto torbida ed opaca, letteralmente verde, tanto da lasciarci non poco perplessi, quindi lì abbiamo preferito non tuffarci e siamo andati nella piscina dei piccoli, ma quando insieme agli altri genitori abbiamo constatato che anche in quella vasca l’acqua non era tanto più pulita, abbiamo fatto un po’ di casino e abbiamo richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Poco dopo sono giunti i poliziotti e abbiamo chiesto anche al direttore, Vincenzo Schiavo, di venirci a dare spiegazioni, ma si è rifiutato di scendere, però poi ha cercato di ripulire l’acqua, andando più ai depuratori ed aggiungendo cloro nell’acqua della piscina. Mia moglie ha immediatamente riempito una bottiglia con l’acqua della piscina. Quanto prima contatterò l’Arpa per far analizzare l’acqua per far luce su quanto accaduto.
Quindi siamo andati al pronto soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli. Quando le bolle apparse sotto i piedi dei piccoli so sono rotte, presentavano la fuoriuscita di pus e sangue e oltre i miei figli, altri 100 bambini si trovavano nella stessa condizione. Tutti i referti parlano di “eruzione cutanea ai piedi da post piscina”.”
I genitori protagonisti della vicenda, non appena il caso è scoppiato sui social, sono stati oggetto di insulti da parte di moltissimi utenti che attribuiscono all’ignoranza e al mancato utilizzo delle ciabatte, oltre che all’incresciosa abitudine di adulti e bambini di fare la pipì nelle vasche della piscina, la causa di quanto accaduto durante la giornata in cui il nuovo parco acquatico di Giugliano ha ufficialmente aperto i battenti.
Di tutta risposta, i genitori dei bambini costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso per scongiurare pericoli più seri, sono intenzionati ad andare avanti per far luce su quanto accaduto durante la giornata di domenica 23 giugno al “Pareo Park” di Giugliano: “abbiamo creato un gruppo su facebook che abbiamo chiamato “infezione al pareo park” – spiega Giuseppe – per pubblicare tutte le prove in nostro possesso e dimostrare alla collettività che non siamo megalomani a caccia di visibilità né che stiamo lucrando sulla pelle dei nostri figli per estorcere denaro a qualcuno. Abbiamo subìto un danno sulla pelle dei nostri figli e non intendiamo fermarci fin quando non otterremo giustizia. Sul gruppo che abbiamo creato su facebook, abbiamo pubblicato i biglietti di ingresso che abbiamo pagato per accedere al parco e che dimostrano che ieri eravamo lì, oltre ai certificati con i referti del pronto soccorso e le foto delle ferite riportate dai nostri figli. Le famiglie coinvolte sono 46 e abbiamo intenzione di intraprendere un’azione legale collettiva, anche perché il direttore del parco ha dichiarato che tutto ciò è accaduto perché i nostri figli passeggiavano sprovvisti di ciabatte, discolpandosi di tutto. Continueremo a chiedere a gran voce che sia la magistratura ad accertare come sono andate veramente le cose.”