Debutta il 25 giugno alle ore 21 in Galleria Toledo, nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia 2019 il nuovo spettacolo di Mirko Di Martino, direttore artistico del Teatro Tram di via Port’Alba a Napoli. “Il maestro più alto del mondo“– che gode del patrocinio di Giffoni Experience e della Presidenza del Consiglio della Regione Campania, Amnesty International e il Forum dei Giovani della Regione Campania– racconta la tragica storia di Franco Mastrogiovanni, insegnante elementare morto nel 2009 nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Vallo della Lucania: 87 ore prima era stato ricoverato a seguito di un Trattamento Sanitario Obbligatorio, 87 ore dopo moriva con le mani e i piedi legati al letto, senza aver bevuto né mangiato.
Sul palco, circondato dalla scenografia curata dagli allievi di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’attore Orazio Cerino ricostruisce le ultime ore di vita di Mastrogiovanni: i tempi scenici sono scanditi dalla cartella clinica e da un crocevia di voci e suoni della vita che intorno a Mastrogiovanni continua, mentre la sua sta finendo.Il monologo di teatro civile riaccende i riflettori su una vicenda inquietante: Mastrogiovanni era stato fermato per eccesso di velocità, per non essersi fermato all’alt dei vigili, poi era scappato in mezzo al mare. Il sindaco firmava l’autorizzazione al ricovero, i vigili urbani lo portavano all’ospedale, gli infermieri lo addormentavano e lo legavano al letto con le fascette. Quattro giorni dopo moriva per edema polmonare senza essere mai stato slegato.
Oggi,a distanza di dieci anni dagli eventi, i medici e gli infermieri responsabili della morte di Mastrogiovanni sono stati processati e condannati, ma restano ancora aperti tanti interrogativi. Il caso Mastrogiovanni, infatti, non è un caso isolato: il TSO è un provvedimento largamente utilizzato nel sistema sanitario italiano, nonostante sia molto contestato. A chi spetta decidere sul ricovero ospedaliero? Si può obbligare qualcuno a ricevere cure mediche che non vuole? Lo spettacolo indaga il complesso rapporto tra cura e detenzione, tra salute e follia, tra diritto e dovere. Oggi che il malato di mente è diventato un peso per la comunità, una minaccia all’ordine sociale, il TSO è diventato la strada più sbrigativa per liquidare in fretta un problema. Anche a rischio che qualcuno ci lasci la pelle. Qualcuno come “il maestro più alto del mondo”.