Trentacinque anni dopo, a Castel dell’Ovo, torna a Napoli l’emozione de “Le Stanze del Castello”, una mostra che vuole omaggiare il teatro di Tato Russo e ricordare uno spettacolo che segnò la storia del teatro napoletano degli anni ’80. In quel lontano settembre dell’84, infatti, la pioggia non fermò gli oltre ventimila spettatori che in tre giorni parteciparono all’“evento” sulla storia della Piedigrotta Napoletana pensato e realizzato da Tato Russo, con più di 450 tra attori e tecnici.
Ricordando quell’episodio di grande coraggio creativo e per celebrare Tato Russo e il suo teatro, nasce questa “mostra omaggio” dal titolo “Le Stanze di Tato Russo. Gli anni del coraggio” curata da Giulio Baffi, Marialuisa Firpo e Gabriella Grizzuti, realizzata dal Teatro Bellini con la Regione Campania e il Comune di Napoli, in collaborazione con la Scabec. La mostra è un percorso di invenzioni e di testimonianze, arricchito da installazioni, da proiezioni, suggestioni sonore, creazioni scenografiche, costumi, bozzetti, maquettes, oggetti come vere opere d’arte, provenienti da memorabili spettacoli. Un percorso che si snoda nei diversi ambienti di Castel dell’Ovo in un itinerario di conoscenza, in cui il visitatore viene guidato dalla voce stessa di Tato Russo.
Attraverso ricordi, emozioni, oggetti di scena si anima così il racconto di un’avventura di teatro e di vita, che per Tato Russo non hanno conosciuto mai una separazione artistica.
L’esposizione si sviluppa in “stanze” immaginate come emozioni, in cui viene rivelato il Tato artista, attore, regista, scrittore, saggista.
Così nella stanza dedicata a /L’Uomo si incontra un ambiente interamente dedicato ai suoi scritti e alle sue letture in cui il visitatore potrà sfogliare pagine, appunti, copioni, scritti. Ma potrà anche, tra le “visioni ritrovate” dei suoi spettacoli, entrare in contatto con le sue emozioni più terrene segretamente conservate nel camerino: un ambiente soffuso in cui sono esposti i suoi oggetti (gli amuleti, il baule, le foto) riproduce, in chiave rivisitata, l’idea del primo camerino del Teatro Bellini. La sala delle Carceri è dedicata anche ai costumi e agli oggetti di scena. Tanti costumi esposti o proiettati avvolgono il pubblico in un’atmosfera magica.
I plastici degli spettacoli a cura degli studenti dell’Accademia di Belle Arti e i bozzetti di scena di Aldo De Lorenzo, Tonino Di Ronza e Renato Lori, sono invece esposti nella Sala Sirena /Il Teatro insieme alla Maschera di Pulcinella che Tato Russo ha interpretato otto volte. Un’intera parete, inoltre, è dedicata ai più di mille artisti e tecnici che hanno lavorato con lui in tutti questi anni.
Nell’ultima sezione della mostra /Il Sognatore è messo al centro il Tato Russo visionario: le sue poesie, il gusto della polemica, l’importanza della musica, parte integrante della sua drammaturgia.
Il ricordo di quell’opera metafisica che lui portò proprio in questi luoghi: lo spettacolo sulla storia della Piedigrotta Napoletana che ruppe i classici schemi di palco, quinte e compagnia.
Nell’itinerario espositivo sarà dedicato uno spazio speciale anche allo sguardo di chi ha osservato il lavoro di Tato Russo attraverso l’obiettivo, con le bellissime foto di Tommaso Le Pera e di Fabio Donato. Nella sala proiezioni, che chiude il percorso di visita, ogni giorno verranno riprodotti filmati di alcune tra le opere più famose dell’artista.