”…Adda passà ‘a nuttata” è la celebre frase della ‘Napoli Milionaria’ di Eduardo De Filippo e dà il titolo alla mostra sulla vera storia degli antibiotici che sarà inaugurata sabato 15 giugno alle 17.00 al Museo delle Arti Sanitarie di Napoli nel complesso ospedaliero degli Incurabili. L’iniziativa rientra nell’ambito della dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, realizzata con il sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival.
Il percorso espositivo, curato da Carmen Caccioppoli, è un omaggio a Vincenzo Tiberio che, ben prima di Fleming, nel 1895 scoprì la penicillina, il cui potere antibiotico rivoluzionò la terapia farmacologica delle patologie infettive e intorno al quale ruota una delle scene più emblematiche della ‘Napoli Milionaria’ scritta da Eduardo nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale. La piccola Rituccia figlia di Gennarino (impersonato da Eduardo) afflitta da febbre forte ha bisogno di un farmaco salvavita, che allora nel periodo bellico era reperibile solo al mercato nero. A fornire il farmaco è il ragioniere Spasiano, il quale proprio a causa di Amalia, moglie di Gennarino, era finito in rovina. Somministrato il farmaco, Gennarino – Eduardo esclama ‘Adda passà ‘a nuttata’, frase che chiude la scena e lascia aperta la porta alla speranza. Quella speranza che la penicillina ha restituito a chi disperava di salvarsi.
La penicillina era stata scoperta per caso da Alexander Fleming nel 1928 ma la produzione farmaceutica era iniziata negli Stati Uniti nel 1939 e la sperimentazione era avvenuta durante la guerra mondiale. In Italia fu introdotto per la prima volta dalle truppe alleate anglo – americane. Proprio a Napoli, 35 anni prima, Vincenzo Tiberio, destinato a diventare un illustre scienziato, aveva pubblicato nella rivista ‘Annali d’igiene sperimentale’ i risultati della sua ricerca ‘Sugli estratti di alcune muffe’. Giovane studente di Medicina, aveva osservato che le muffe presenti nel pozzo della casa di alcuni zii ad Arzano proteggevano tutti i componenti della famiglia da affezioni gastro-intestinali e che, quando il pozzo veniva ripulito, le stesse persone si ammalavano. Tiberio completò l’intero ciclo sperimentale di osservazione, verifica dell’ipotesi e preparazione della sostanza antibiotica, giungendo alla sintesi del farmaco, traguardo che neanche Fleming raggiunse nel 1930.
In mostra saranno esposti vetrini con le muffe e quelli con batteri degli inizi del XIX e XX sec., microscopi d’epoca, alcune pubblicazioni d’epoca come le ricerche di Vincenzo Tiberio ‘Sugli estratti di alcune muffe’. E inoltre, i diari con le sue annotazioni, un erogatore a spruzzo di acido carbolico Antisepsi secondo Lister o pentola di Lister.
Fleming fu insignito del Premio Nobel per la Medicina nel 1945. Vincenzo Tiberio nel 1896 vinse il concorso per ufficiale medico nella Regia Marina Italiana e accantonò le ricerche intraprese; morì nel 1915 stroncato da infarto a 45 anni. Fonti documentali, rinvenute di recente, ed esposte in mostra al Museo delle Arti Sanitarie restituiscono il primato all’illustre scienziato napoletano, conferendogli nuova luce.
La mostra sarà visitabile dal 15 giugno al 14 luglio (aperta tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 17.00 – domenica dalle ore 9.00 alle 13.00). All’inaugurazione interverranno anche l’ing. Ciro Verdoliva commissario straordinario dell’Asl Napoli 1 Centro e la prof. Anna Zuppa Covelli discendente dello scienziato Vincenzo Tiberio.