Era il 20 aprile, già, proprio un giorno come oggi di “appena” 55 anni fa quando, per la prima volta venne esibito sugli scaffali degli alimentari il barattolo contenente il più potente degli antidepressivi del quale, ormai, proprio non sapremmo più privarci: la Nutella.
E pensare che quella “droga di cremoso piacere” capace di sviluppare un incontenibile ed assuefacente dipendenza, nasce come dolce dei poveri nel pieno dei gloriosi anni Sessanta.
Chissà cosa avranno esclamato quei palati che la gustarono per la prima volta. Piuttosto semplice da dedurre: il facile successo riscosso dalla Nutella è uno dei rari aspetti rimasti invariati nel tempo, a dispetto dei decenni e delle epoche che fin qui ha attraversato e conquistato.
Difatti, da quel giorno, in poco tempo, mezzo mondo si accorge di non potere più farne a meno, facendo della Nutella un fenomeno sociale che non conosce declino. Dal cinema alla letteratura in tanti le rendono omaggio quale eccellenza del made in Italy e simbolo intergenerazionale di puro edonismo.
La storia di questo successo planetario inizia in una pasticceria di via Rattazzi, ad Alba, nel mezzo della Seconda guerra mondiale. L’imprenditore cuneese Pietro Ferrero allestisce un laboratorio dolciario, dove sperimenta ricette innovative per l’epoca, imparando a miscelare necessità ed inventiva. Difatti, la pesante tassazione sull’importazione dei semi di cacao, lo costringe a cercare un ingrediente da associare a quest’ultimo, facilmente reperibile e dal costo contenuto. Di qui l’intuizione di utilizzare le nocciole, prodotto tipico delle Langhe, dalle quali riesce a ricavare una crema che commercializza con il nome di Giandujot, in omaggio alla nota maschera del carnevale piemontese. Venduta in blocchi da taglio, avvolti in carta stagnola, la speciale pasta incontra il favore della clientela, specialmente di quella meno abbiente come ad esempio i contadini, che per il suo valore energetico la reputano una colazione efficace per affrontare la giornata lavorativa. In poco tempo la popolarità del Giandujot e le sempre più crescenti richieste delle altre pasticcerie spingono Ferrero ad abbandonare la semplice dimensione artigianale, dando vita nel 1946 a una vera e propria azienda che ancora oggi porta il suo nome.
L’eredità di Pietro viene raccolta dal figlio Michele Ferrero che nel 1951 trasforma la ricetta del padre nella Supercrema, venduta in grandi barattoli. Dodici anni più tardi ne rivede la formula scoprendo quel gusto inconfondibile che resterà immutato per sempre. Il nome “Supercrema” lo convince poco e per lanciare il nuovo prodotto studia un nome più accattivante. Partendo dall’elemento cardine, la nocciola, prende la traduzione inglese nut e la unisce con il suffisso -ella, che dà l’idea di una crema densa e vellutata, da gustare spalmata su una fetta di pane. Quest’ultima immagine viene integrata nel logo (tuttora invariato) sotto la scritta nutella, con la caratteristica “n” di colore nero e il resto della parola scritta in rosso. Confezionato nei famosi bicchieri Kristal, il primo prodotto esce dalla fabbrica di Alba il 20 aprile del 1964.
L’anno successivo conquista il mercato tedesco e prima della fine degli anni Sessanta attraversa l’oceano per approdare negli Stati Uniti d’America.
L’indimenticabile spot di Carosello nel 1967, costruito sulla serie animata del “gigante amico”, spalanca alla nutella la quotidianità di milioni di bambini. Da quel momento la crema di cioccolato e nocciole ipoteca l’ora della merenda dei giovanissimi e non solo. Nei successivi decenni si conferma come fenomeno di costume, entrando a pieno titolo nel dizionario italiano (nel 1995 il prestigioso Devoto-Oli la inserisce tra i suoi lemmi) e nella forma parlata come sinonimo di crema di cioccolato.
Dotata come la Coca-Cola di un ingrediente segreto, la Nutella è il prodotto di punta della filiera di prodotti Ferrero, di cui rappresenta il 15 per cento delle vendite in tutto il mondo. Le stime più recenti indicano una produzione annua di 2 milioni di quintali e a consumarne di più sarebbero i cittadini del Lussemburgo, con una media pro capite di un chilo all’anno; in Italia la media è di 800 grammi a testa. Grammo più, grammo meno!
Il più efficace antidolorifico capace di sedare il pianto del post-puntura dei bambini; l’amico, fedele ed onnipresente che consola le pene d’amore; il peccato di gola che fa la linguaccia alla dieta; l’ingrediente che assicura di preparare una torta di sicuro e facile consenso; il miglior condimento con il quale accompagnare l’ansia da ore-esame piuttosto che le battute strappalacrime di un film d’amore; l’immancabile merenda, quella che non si rifiuta mai, a tutte le ore, del giorno e della notte.
Questi ed infiniti altri sono i ruoli ricoperti dalla Nutella: molto di più di una “semplice” crema, bensì uno status che tanto racconta di noi, delle nostre vite e delle emozioni.