Incredulità, rabbia, apprensione, ma soprattutto paura.
Questi gli stati d’animo scalfito negli occhi delle tante persone che intorno alle 8,30 di stamane stavano accompagnando i figli a scuola. Proprio come hanno fatto Luigi e Pasquale Mignano, padre e figlio. Il primo ha perso la vita, il secondo è rimasto ferito ed è stato trasportato all’ospedale del Mare di Ponticelli. Una scena feroce che si è consumata davanti agli occhi di tanti bambini, compreso quello che stavano accompagnando i due uomini attinti dai proiettili. Lo zaino di Spiderman del piccolo, di appena 3 anni, troneggia sulla scena del crimine e giace accanto al corpo senza vita del nonno, coperto dal lenzuolo bianco.
Poteva essere una strage che poteva mietere plurime vittime innocenti, tra cui bambini colpevoli solo di frequentare una scuola finita nel mirino di killer spregiudicati.
Chi ha impugnato l’arma per infierire sulla famiglia Mignano lo ha fatto con cognizione di causa, probabilmente dopo aver studiato le abitudini di padre e figlio, oppure – secondo gli inquirenti – possono aver deciso di entrare in azione con irruenza, nel vedere Luigi e Pasquale Mignano insieme, in un contesto in cui era impossibile che potessero difendersi. Quella crivellate di colpi li ha colti di sorpresa.
Le indagini ruotano a tutto campo, gli inquirenti sono a lavoro per capire chi dei due uomini di casa Mignano fosse l’obiettivo dei sicari o se, per l’appunto, il raid è scattato per colpire entrambi.
L’unico dato certo è che Luigi Mignano, 57 anni, considerato vicino al clan di camorra Rinaldi, è stato assassinato in via Ravello, davanti alla sua abitazione e a pochi metri dalla chiesa del Rione Villa e dalla scuola dove stava accompagnando suo nipote, insieme a suo figlio Pasquale.
Gli agenti della Polizia di Stato hanno rilevato la presenza di numerosi bossoli sulla scena del crimine.
Almeno quindici i colpi di pistola sparati stamane e che vanno ad aggiungersi al di per sè nutrito numero di proiettili esplosi nel corso di questi anni, nell’ambito di una faida che rappresenta la pista privilegiata in cui potrebbe trovare collocazione anche l’agguato odierno.
La guerra tra i Rinaldi e i Mazzarella fa da sfondo alla collezione di proiettili in perenne aggiornamento lungo le strade di San Giovanni a Teduccio, teatro della faida ormai da anni.
Proprio nel Rione Villa esiste – e probabilmente resiste – la roccaforte del clan Rinaldi che dopo gli arresti di alcune figure-simbolo, in primi del boss Ciro Rinaldi, giunta dopo un breve periodo di latitanza, aveva fatto registrare un clima di calma apparente che lasciava presagire il ripristino di un equilibrio, sia in termini di ordine pubblico sia per quanto concerne il controllo camorristico del territorio.
Una suggestione smentita brutalmente dall’agguato compiuto in pieno giorno, a pochi metri da una scuola, proprio mentre i bambini si stavano recando nell’istituto.