Dopo il grande successo della scorsa stagione con “Il Sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo per la regia di Mario Martone e grazie al rapporto di collaborazione tra le due realtà che ha visto nascere proprio quest’anno il progetto, L’ARCO DI DIANA – il teatro protegge i talenti, la Compagnia Nest entra nella stagione dello storico Teatro Diana di Napoli portando in scena, dal 28 febbraio al 3 marzo, “Gli Onesti della Banda“. E’ una sorprendente riscrittura della sceneggiatura di Age e Scarpelli de La banda degli onesti con Totò e Peppino, firmata dallo scrittore Diego De Silva e dal regista Giuseppe Miale di Mauro, che ne cura anche la regia. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Nest in collaborazione con le Nuvole/Casa del Contemporaneo, vede in scena Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo, tra i fondatori della Compagnia Nest e altri interpreti di spicco.
Tonino è un giovane di 35 anni, laureato a pieni voti in filosofia che, dopo aver cercato lavoro invano per anni, decide di ereditare la portineria del padre defunto. Sposato con l’avvenente Angela, ha un fratello che fa il finanziere a Milano, Michele. Un giorno il Ragioniere Casoria, amministratore del palazzo in cui Tonino fa il portiere e uomo losco in bilico tra legalità e illegalità, si presenta con una valigia nella quale c’è un cliché originale, nonché della carta filigranata per stampare banconote da 10 euro. Tonino non ne vuole sapere e lo mette alla porta. Il Ragioniere lo informa però che il condominio vuole vendere la casa dove vivono Tonino e Angela per pagare i lavori di ristrutturazione dei balconi. L’unico modo per non perdere la casa diventa allora accettare la proposta di malaffare. Ma Tonino accetta solo se al suo fianco c’è l’amico Peppino, che anche lui, dal canto suo, è disperato. Ogni mese deve versare il pizzo a Mimmuccio, manovale della camorra, che lo inquieta. I due non hanno scelta, e dopo una furtiva riunione notturna danno vita a una piccola banda di falsari. Ma poi Michele, il fratello di Angela, viene trasferito a Napoli proprio nella sezione tributaria: le cose sono destinate a cambiare.
«Abbiamo deciso di ritornare a una tematica che ci appartiene, torniamo a occuparci di legalità, ma tenendo ferma la necessità di ricercare altri codici, più moderni e meno realistici. Così abbiamo pensato che la leggerezza potesse essere un modo nuovo di affondare l’occhio nel reale, di raccontare i meccanismi che attanagliano la società, facendo in modo che il pubblico percepisse certe dinamiche come universali. La strada della commedia brillante ci è sembrata rispondere a queste esigenze e per fare in modo che la nostra commedia mantenesse uno spessore anche di indagine sociale, abbiamo chiesto ad un grande scrittore come Diego De Silva di collaborare al progetto. Il nostro Gli onesti della banda, riprendendo uno dei testi più famosi della tradizione comica, ripercorre le difficoltà del precariato moderno, mostrando come anche le persone oneste possano trovarsi invischiate nei meccanismi dell’illegalità, loro malgrado, vittime e carnefici ad un tempo. I nostri “onesti” dovranno fare i conti con la loro disonestà. Questo è il punto dolente, perché scoprono che la disonestà ha una forma tentacolare. È una morsa, da cui paradossalmente “gli onesti” tornano a sentirsi liberi solo nel momento in cui si trovano a scontare la pena delle loro azioni di malaffare». (Compagnia Nest)