Domenica 17 febbraio ore 18, va in scena al Teatro Don Peppe Diana di Portici, “Patroclo e Achille”, secondo appuntamento di “Circle Tour Campania”, rassegna teatrale organizzata dal Nuovo Teatro Sanità, in collaborazione con BLab e Tells Italy per le tappe porticesi, all’interno del progetto “Circle Festival”, dedicato alla drammaturgia europea, realizzato con il sostegno di MIBAC e SIAE, nell’ambito dell’iniziativa “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”. Il lavoro teatrale della compagnia B.E.A.T. Teatro, scritto da Fabio Casano e diretto da Gennaro Maresca, vede in scena Giampiero De Concilio e Alessandro Palladino. La drammaturgia di Casano presenta i personaggi, al di là del mito, come due giovani uomini immersi nei loro pensieri e nelle loro paure, sullo sfondo della guerra.
Tra il rumore devastante della guerra e l’immensità del cielo, sulle spiagge di Troia, nasce intimo, nel silenzio di una tenda, il dialogo incessante tra due compagni d’armi: Patroclo e Achille. Il quadro drammaturgico concentra il racconto in un solo giorno, quello in cui Patroclo sceglie di andare in guerra. La sua determinazione lo porterà ad insinuarsi nella psiche dell’amico Achille, un’anima sensibile dall’irrompente presenza. Dopo nove anni di battaglia, la fragilità mentale ed emotiva prende il sopravvento. Tra i due si innesca un dialogo scorretto dove vince chi mostra più debolezze. Si fanno strada, sempre di più, dubbi e domande, quelle di un amore nato quasi dal bisogno della guerra, dalla rabbia e dal tempo che passa.
«Dalla prima battuta – “impara qual è il ritmo che governa gli uomini” – comincia una sorta di flusso di coscienza che ci fa assistere al momento “mitico” della vita di Patroclo e Achille», spiega il regista Gennaro Maresca che continua: «Lo spettacolo si muove in tutte le dimensioni del tempo e dello spazio, indaga la sfera esistenziale applicabile a diverse ere dell’uomo; la scintilla è quella vicenda e quel mondo lontano del racconto di Omero, in equilibrio tra l’arcaico e il contemporaneo, tra poesia e concretezza. Si vuole scoprire quanta voce porta con sé quel mondo e quante vibrazioni ancora produce, pur inventando una storia che di quel mondo vuole svelare il non detto, quella notte in cui, in tenda, Patroclo e Achille sono rimasti soli».