Un menù nato ed ideato nel segno della tradizione, ma fortemente proiettato verso l’innovazione quello targato “PalaPizza – il Palazzo della pizza”.
La pizzeria di Frattamaggiore sforna 10 pizze-tributo ai mesi più freddi dell’anno che strizzano l’occhio ai sapori tradizionali della cucina napoletana. Un patrimonio ricco di sapori ed ingredienti, quello targato Made in Naples, incapace di sbiadire e ancor più di cedere il passo alle “mode” gastronomiche; forte di questa consapevolezza il pizzaiolo Enrico Di Pietro, sulla falsa riga del menù proposto in estate, pregno di richiami ai sapori tipici della “bella stagione”, ha dato libero sfogo al suo estro creativo, fondendo esperienza e passione nella ricerca di una top ten davvero irresistibile.
Dalla pizza fritta con soffritto al ripieno al forno con scarole e provola, due proposte che accendono i riflettori su due must intramontabili della cucina napoletana, fino a giungere alle vere e proprie chicche imperdibili: la “baccalà di terra”, vellutata di friarielli con filetti di baccalà fritto e provola; la “pisellina” crema di formaggi dolci, pancetta, piselli e scaglie di parmigiano; la “messicana napoletana” con fagioli rossi, salsiccia paesana sbriciolata, funghi porcini. Non potevano mancare all’appello i sapori di casa nostra per eccellenza, come: “la bolognese bianca”, “la genovese” e “la lardiata”, quindi due pizze che ripropongono nel rispetto della tradizione originale due capisaldi del patrimonio culinario napoletano, al pari della “mammina”: ragù napoletano, polpette e mozzarella di bufala.
La novità inedita per eccellenza è senza dubbio “la castagna”: una pizza con provola di Agerola, salsiccia paesana sbriciolata, funghi Champignon e castagne di Montella, un altro elemento-chiave dell’autunno campano, immancabile sulle tavole dei buongustai.
“Ho scelto di proporre 10 pizze esaltando altrettanti prodotti tipici della nostra terra, – ha spiegato il pizzaiolo Enrico di Pietro – il mio intento è quello di servire in tavola i sapori “calorosi”, saporiti e tradizionali dei nostri territori, oltre alle ricette che abitualmente vengono realizzate nelle nostre cucine da tantissime generazioni, tramandate da madre in figlia, o meglio, da nonna in figlia. Il mio credo di pizzaiolo è basato su un forte senso di appartenenza alla mia terra ed è alimentato dal legame affettivo che certi profumi e certe ricette personificano, essendo i sapori che letteralmente ci hanno cresciuto. Inoltre, a mio avviso, il nostro territorio è in grado di offrirci le migliori materie prime al mondo, così come la nostra arte culinaria non ha eguali al mondo. Piuttosto che “adeguarmi” alle tendenze andando a stravolgere o “americanizzare” la sacralità della pizza, preferisco interrogarmi su come potenziare e sfruttare al meglio il potenziale del nostro tesoro gastronomico. Per questo amo definire le mie pizze un innovativo omaggio alla tradizione.”