Immagini poco nitide, poiché realizzate in condizioni di scarsissima illuminazione, complice il buio pesto che avvolge “le anime nere” di Napoli, i cosiddetti ultimi, dimenticati ed abbandonati al loro destino, costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie riprovevoli.
Questa la situazione attuale nell’area che giace a pochi metri dall’ex mercato del pesce. Un ghetto che sorge a due passi dall’ospedale Loreto Mare e che costeggia via Marina, una delle strade più trafficate di Napoli.
Una situazione di degrado più che nota, tant’è vero che lo scorso giugno, il Comune di Napoli aveva provveduto allo smantellamento della baraccopoli allestita nei pressi dell’ex mercato del pesce, abusivamente occupato da alcuni senza fissa dimora.
Ad effettuare le operazioni di sgombero un ingente dispiegamento di forze dell’ordine, funzionari della Prefettura, uomini e mezzi di Asìa e servizi sociali del Comune di Napoli.
Eppure non è bastato ad arginare definitivamente il problema. Alcune intercapedini ricavate tra le recinzioni utilizzate per impedire l’accesso all’area, hanno aperto un varco del quale decine e decine di persone hanno approfittato per introdursi e costruire altre baraccopoli. In sostanza, l’intervento attuato pochi mesi fa ha “spostato” di pochi metri il problema, senza risolverlo definitivamente. Con l’aggravante che le persone accampate in quell’area vivono letteralmente sommerse dai rifiuti. Tra le due baraccopoli, infatti, insorge un’autentica montagna di rifiuti che “ingrassa” di giorno in giorno, non solo per opera degli indumenti e del materiale di fortuna rimediato dalle persone che vivono in quella sede. Molti sversatori di rifiuti, infatti, approfittano di quella situazione per disfarsi di ingombranti e di rifiuti speciali, gettandoli tra le macerie e il degrado che contraddistinguono quella zona della città.
Extracomunitari, romeni, uomini e donne dell’est e anche tanti napoletani hanno adibito quell’area a sistemazione di fortuna, vedendosi costretti a vivere in condizioni indescrivibili: senza acqua corrente, senza servizi igienico-sanitari, senza corrente elettrica, senza un tetto sulla testa. Cartoni e pezzi di legno incastonati in maniera rudimentale per ricavare un modesto riparo nel quale trovare rifugio dalle intemperie e dalle insidie della notte, nel bel mezzo di un’autentica discarica a cielo aperto.
Una situazione nota a molte associazioni umanitarie, come gli Angeli di strada di Villanova, che ogni lunedì battono le strade napoletane per distribuire pasti caldi e generi di prima necessità ai senza fissa dimora napoletani, tra i quali anche i tanti accampati in quell’area.
Affamati e bisognosi di tutto: dagli indumenti alla biancheria intima, senza tralasciare le coperte e tutto il necessario per superare un altro rigido ed imminente inverno, tra il degrado e i rifiuti che aumentano, nell’indifferenza generale.