Il divieto di pubblicità riguardante il gioco d’azzardo è ormai un qualcosa di perfettamente assodato. È questa infatti la principale misura introdotta dal tanto discusso Decreto Dignità. Ciò che però potrebbe creare qualche problematica è l’assenza di una vera disciplina sull’applicazione di tale divieto. Occorre infatti tenere conto di tutte le fattispecie possibili. La questione riguarda soprattutto i concessionari attivi sul mercato italiano. Questi ultimi hanno infatti avanzato una richiesta formale all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la quale però deve decidere di concerto con l’Agcom, ossia l’Autorità garante delle Comunicazioni. Tra le due parti ci sono già stati i primi approcci e i primi incontri. L’obiettivo è quello di cercare di fare chiarezza e di sciogliere alcuni dubbi.
Va detto che
i concessionari hanno l’obbligo di rispettare quanto indicato dall’AAMS e,
secondo quanto richiesto dall’Agenzia delle Dogane, di fare operazioni di tutela e di informazione sul gioco responsabile, come la diffusione di materiale informativo e la promozione di azioni di prevenzione sui social network. Tale richiesta però, in base alla legge, è di difficile applicazione. Ed è per questo che il rischio è quello di un vero e proprio vuoto normativo e di un’autentica contraddizione tra disposizioni legislative. Ed è per questo che è necessario un intervento dell’Adm e dell’Agcom. La sensazione è che il percorso sarà ancora molto lungo e impervio.
Ma cosa dice la legge? L’articolo 9 del Decreto Dignità stabilisce che “
ai fini del rafforzamento della tutela del consumatore e per un più efficace contrasto alla ludopatia al disturbo del gioco d’azzardo, è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e internet i canali informatici digitale e telematici, inclusi i social media. Dal 1° gennaio 2019 il divieto di cui al presente comma si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni, programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive e acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata”.Insomma, la normativa, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2019, appare abbastanza chiara e dettagliata. Il divieto è quindi totale e riguarda ogni forma e tipo di pubblicità, includendo anche sponsorizzazioni e partnership. Un colpo duro dunque al gioco d’azzardo e a chi ha rapporti con esso. Una misura che potrebbe introdurre un cambiamento a dir poco radicale.
Il divieto di pubblicità riguardante il gioco d’azzardo è ormai un qualcosa di perfettamente assodato. È questa infatti la principale misura introdotta dal tanto discusso Decreto Dignità. Ciò che però potrebbe creare qualche problematica è l’assenza di una vera disciplina sull’applicazione di tale divieto. Occorre infatti tenere conto di tutte le fattispecie possibili. La questione riguarda soprattutto i concessionari attivi sul mercato italiano. Questi ultimi hanno infatti avanzato una richiesta formale all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, la quale però deve decidere di concerto con l’Agcom, ossia l’Autorità garante delle Comunicazioni. Tra le due parti ci sono già stati i primi approcci e i primi incontri. L’obiettivo è quello di cercare di fare chiarezza e di sciogliere alcuni dubbi.
Va detto che
i concessionari hanno l’obbligo di rispettare quanto indicato dall’AAMS e,
secondo quanto richiesto dall’Agenzia delle Dogane, di fare operazioni di tutela e di informazione sul gioco responsabile, come la diffusione di materiale informativo e la promozione di azioni di prevenzione sui social network. Tale richiesta però, in base alla legge, è di difficile applicazione. Ed è per questo che il rischio è quello di un vero e proprio vuoto normativo e di un’autentica contraddizione tra disposizioni legislative. Ed è per questo che è necessario un intervento dell’Adm e dell’Agcom. La sensazione è che il percorso sarà ancora molto lungo e impervio.
Ma cosa dice la legge? L’articolo 9 del Decreto Dignità stabilisce che “
ai fini del rafforzamento della tutela del consumatore e per un più efficace contrasto alla ludopatia al disturbo del gioco d’azzardo, è vietata qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni e internet i canali informatici digitale e telematici, inclusi i social media. Dal 1° gennaio 2019 il divieto di cui al presente comma si applica anche alle sponsorizzazioni di eventi, attività, manifestazioni, programmi, prodotti o servizi e a tutte le altre forme di comunicazione di contenuto promozionale, comprese le citazioni visive e acustiche e la sovraimpressione del nome, marchio, simboli, attività o prodotti la cui pubblicità, ai sensi del presente articolo, è vietata”.Insomma, la normativa, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2019, appare abbastanza chiara e dettagliata. Il divieto è quindi totale e riguarda ogni forma e tipo di pubblicità, includendo anche sponsorizzazioni e partnership. Un colpo duro dunque al gioco d’azzardo e a chi ha rapporti con esso. Una misura che potrebbe introdurre un cambiamento a dir poco radicale.