Un agguato di matrice camorristica in piena regola quello avvenuto poco più di 24 ore fa a Cercola, comune dell’entroterra vesuviano confinante con il quartiere Ponticelli, dove da diversi mesi è in corso una faida tra diversi clan per il controllo dei traffici illeciti.
I killer sono entrati in azione intorno alle 19 di mercoledì 25 luglio, in via Matilde Serao, strada cruciale di Caravita, frazione del comune di Cercola che accoglie numerosi edifici di edilizia popolare. Secondo fonti investigative, molte figure di spicco della malavita ponticellese, nel corso degli ultimi anni, sarebbero dirottate nelle cosiddette “palazzine di Caravita”.
Nel mirino dei killer è finito il 23enne Gaetano Caputo detto “‘o cafone”, raggiunto da 3 colpi di pistola mentre percorreva a bordo della sua utilitaria via Matilde Serao affiancato da due sicari che viaggiavano su una Panda.
Almeno tre i colpi di pistola esplosi, uno dei quali lo ha raggiunto all’anca sinistra. Sull’episodio indaga la polizia del commissariato di Ponticelli.
Il 23enne è un personaggio già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e non solo. Il 13 luglio del 2014, rimase coinvolto nel regolamento di conti che in quegli alimentava la faida tra i D’Amico e i De Micco, per le medesime ragioni per le quali questi ultimi, oggi, sono in conflitto con “la camorra emergente”, il sodalizio criminale frutto di una serie di alleanze strategiche tra diversi clan di Ponticelli, Barra e san Giovanni a Teduccio.
Oggi come allora, si spara per lo stesso motivo: il controllo dei traffici illeciti, in primis, del business legato allo spaccio di droga.
Oggi come allora, nel mirino dei killer è finito Gaetano Caputo, un giovane che negli anni in cui imperversava la faida tra i “Bodo” – clan De Micco – e “fraulella” – clan D’Amico – secondo quanto riferito dal collaboratore di giustizia Gaetano Lauria, era un fedelissimo di Fabio Riccardi, “il referente” dei De Micco tra i palazzoni di edilizia popolare di Caravita.
Nel 2014, Caputo era ritenuto essere un gregario del clan De Micco e quell’agguato fu voluto dal clan D’Amico. Il 23enne, secondo quanto riferito da fonti investigative, farebbe parte della costola dei De Micco dirottata nei comuni confinanti con Ponticelli: Cercola e Volla.