Lutto nel mondo del cinema: è morto a Roma il regista Carlo Vanzina. Carlo, insieme al fratello Enrico, ha messo la firma su circa 60 commedie diventate degli autentici cult, capaci di raccontare sempre con il sorriso, stereotipi, costumi e stravaganze tutte squisitamente italiane.
Da “sapore di mare” a “Vacanze di Natale”, i fratelli Vanzina hanno coniato un modo singolare di fare cinema, dal cinepanettone alle commedie grottesche, hanno allietato per anni gli italiani, conferendogli sorrisi e spensieratezza.
A dare la notizia della morte di Carlo Vanzina sono la moglie Lisa e il fratello Enrico.
“Nella sua amata Roma, dov’era nato, ancora troppo giovane e nel pieno della maturità intellettuale, dopo una lotta lucida e coraggiosa contro la malattia – si legge nella nota della famiglia – ci ha lasciati il grande regista Carlo Vanzina amato da milioni di spettatori ai quali, con i suoi film, ha regalato allegria, umorismo e uno sguardo affettuoso per capire il nostro Paese”.
Regista, sceneggiatore e produttore, insieme al fratello Enrico che si è dedicato più alla scrittura, nato a Roma il 13 marzo del 1951, Carlo è vissuto nel mondo del cinema fin dall’infanzia, già all’età di un anno interpretava il piccolo Filippo in ‘Totò e le donne’ diretto dal padre. Enrico e Carlo Vanzina, figli del grande Steno, padre fondatore della commedia all’italiana, sono nati a due anni di distanza l’uno dall’altro. Carlo fu sempre riconoscente alla figura del padre per il fatto che nella sua casa fossero passati tutti: personaggi come Totò, Ugo Tognazzi, Mario Monicelli, Ennio Flaiano, Mario Camerini e Dino Risi.
Insieme, dividendosi i ruoli, Carlo regista e Enrico sceneggiatore, i due autori sono diventati una ditta e hanno raccontato, negli anni, l’Italia e i suoi cambiamenti, con il linguaggio del cinema popolare, rivendicando un rapporto diretto con il pubblico.
Studente a Roma del «Lycée Chateaubriand», Carlo ha debuttato dietro la macchina da presa nel ’76 con «Luna di miele in tre» e ha raggiunto i primi successi con i due cult (dell’82) che hanno lanciato Diego Abatantuono, «Eccezziunale veramente» e «Viuuulentemente mia». L’anno seguente è quello di «Sapore di mare», manifesto di una generazione spensierata, ma anche celebrazione senza tempo della stagione che, per tutti, corrisponde ai sogni di libertà e leggerezza, una storia nella quale il pubblico ritrovava il prototipo delle vacanze. A tutte le età. Anche se la vicenda era datata Anni Sessanta. Così come spiegò nel corso di un’intervista proprio Carlo Vanzina, grazie alle cassette e ai dvd “Sapore di mare” è stato scoperto dalle nuove generazioni e per loro è scattato lo stesso meccanismo d’identificazione. Subito dopo è arrivato «Vacanze di Natale»: uno dei classici ed intramontabili cinepanettoni.
L’etichetta di regista del cinema vacanziero viene da quei due successi intramontabili, anche se Carlo ha presto cambiato direzione, mettendosi alla prova nelle atmosfere noir di «Mystere» e in quelle effervescenti e survoltate della Milano da bere di «Via Montenapoleone». E poi, ancora, dipingendo, in «Yuppies», il ritratto di una nuova leva di giovanissimi, raccontando, nel giallo «Tre colonne in cronaca» gli intrighi della politica più spregiudicata, fotografando, nelle «Finte bionde», la borghesia romana sguaiata e senza scrupoli . La passione per il cinema, la conoscenza approfondita dei generi e degli autori, la sapienza nel cogliere mode e tendenze per poi restituirle, sul grande schermo, arricchite dal fattore umano, sono stati fari sempre accesi nella cammino di Carlo Vanzina.