Un farmaco ben tollerato, da assumere per via orale, senza ospedalizzazione nella fase post autotrapianto e ora anche rimborsato anche In Italia. Passaggio importante per gli ammalati di mieloma multiplo (oltre cinquemila nuovi casi l’anno), con il Lenalidomide, primo prodotto orale per il trattamento della patologia neoplastica ematologica e unico approvato dallo European Medicines Agency (EMA) per la terapia di mantenimento post trapianto di cellule staminali autologhe (ma utilizzato anche senza trapianto), che è ora rimborsabile secondo l’AIFA, argomento centrale della conferenza stampa sul tema organizzata a Milano da Celgene Italia. Un tassello che integra il percorso terapeutico dei pazienti con mieloma multiplo di nuova diagnosi, con prolungare la remissione della malattia e la sopravvivenza senza impattare sulla qualità della vita.
“La terapia di mantenimento con Lenalidomide ha ridotto di circa il 50% il rischio di ricaduta del mieloma multiplo e ha aumentato del 12% la probabilità di sopravvivenza a 7 anni dei pazienti così trattati che, con un più prolungato periodo di osservazione, hanno beneficiato di un prolungamento di circa due anni della sopravvivenza rispetto ai pazienti che non hanno ricevuto il farmaco – ha spiegato Michele Cavo, direttore dell’Istituto di Ematologia Seràgnoli dell’Università degli Studi di Bologna, uno dei relatori dell’incontro milanese -, è importante anche ricordare che Lenalidomide è una terapia orale che può essere assunta a domicilio, con un buon profilo di tollerabilità nella maggior parte dei pazienti”.
Insomma, un punto di svolta nel trattamento della neoplasia ematologica, che ha decorso cronico, con impatto sulla vita dei pazienti e dei caregiver, ovvero le persone che lo circondano. “Il trapianto autologo di cellule staminali rimane ancora oggi la terapia di prima scelta per i pazienti con mieloma multiplo all’esordio – ha detto Vittorio Montefusco, dirigente medico del dipartimento di ematologia all’Istituto Tumori di Milano – e avere una terapia dopo il trapianto come Lenalidomide rappresenta un importante passo avanti per questi pazienti. L’aspetto interessante è la combinazione del trapianto con i farmaci, opzione che garantisce il massimo risultato in termini di risposta della malattia in quanto unisce la potenza del trapianto alla potenza del farmaco”.