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18 e 20 giugno: Robin Campillo, Bruno Oliviero e Massimiliano Gallo a “Cinema intorno al Vesuvio”

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
15 Giugno, 2018
in Arte & Spettacolo
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18 e 20 giugno: Robin Campillo, Bruno Oliviero e Massimiliano Gallo a “Cinema intorno al Vesuvio”
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nato-casal-di-principeDopo lo straordinario successo di pubblico dell’inaugurazione la rassegna “Cinema intorno al Vesuvio” a Villa Bruno, organizzata da Arci movie con il comune di San Giorgio a Cremano, prendono il via le serate del cinema di impegno civile e che affrontano temi del nostro tempo curate da Antonella Di Nocera: il 18 giugno con la proiezione di “120 BATTITI AL MINUTO” di Robin Campillo e il 20 giugno con “NATO A CASAL DI PRINCIPE” di Bruno Oliviero.

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Entrambi i film portatori di una grande forza per i temi affrontati hanno trovato pochissimo spazio nella distribuzione ordinaria e sono scomparsi dalle sale in pochi giorni pur rappresentando una alta cinematografia europea che il pubblico dovrebbe conoscere ed apprezzare.

Il film di Campillo vincitore del Gran Premio al festival di Cannes 2017, sei Cesar in Francia, ed è stato il film francese selezionato per gli Oscar, l’hanno visto quasi un milione di persone in Francia, 70 % giovani è stato un fenomeno giovanile. La serata è in collaborazione con Napoli comicon, Consolato generale di Francia, Arcigay, Coordinamento Campania Rainbow, Network persone sieropositive, Associazione Volontari Ospedalieri lotta AIDS e Pompei Pride,

Nella Parigi dei primi anni Novanta, il giovane Nathan decide di unirsi agli attivisti di Act Up, associazione pronta tutto pur di rompere il silenzio generale sull’epidemia di AIDS che sta mietendo innumerevoli vittime. Anche grazie a spettacolari azioni di protesta, Act Up guadagna sempre più visibilità, mentre Nathan inizia una relazione con Sean, uno dei militanti più radicali del movimento. Accolto come un capolavoro all’ultimo Festival di Cannes, dove ha conquistato il GrandPrix, il Premio Fipresci e la Queer Palm, 120 battiti al minuto ha avuto un enorme successo in patria ed è il candidato francese per la corsa all’Oscar. “Ho amato quel film dal primo minuto sino all’ultimo – ha dichiarato commosso il presidente della giuria di Cannes, Pedro Almodóvar, dopo la premiazione – non mi sarebbe potuto piacere di più. Campillo ha raccontato storie di eroi veri che hanno salvato molte vite”.

“Mi sono unito a Act Up-Paris nell’aprile del 1992 – spiega il regista Robin Campillo – più o meno a 10 anni dall’inizio dell’epidemia di AIDS. Fin dal primo incontro a cui ho partecipato, sono rimasto profondamente colpito dall’entusiasmo del gruppo, considerando che quegli anni sono stati i più duri del contagio. I gay che avevano subito inermi la malattia negli anni Ottanta, erano diventati attori chiave nella battaglia per sconfiggerla. La forza del movimento veniva dalle scintille che scoccavano tra gruppi diversi di individui che imparavano sul campo a costruire un discorso e una posizione comune al di là delle differenze. Con Philippe Mangeot, ex membro di Act Up che ha collaborato con me alla sceneggiatura, eravamo d’accordo sull’importanza di restituire innanzitutto la polifonia di voci e l’intensità delle discussioni. Oggi grazie a internet possiamo avere facilmente la sensazione di appartenere a una battaglia comune, ma questo modo di aggregarsi è difficile che prenda davvero corpo e metta radici. A quei tempi le persone dovevano unirsi fisicamente in uno spazio reale, fronteggiarsi gli uni con gli altri e confrontare le proprie idee. Voglio che lo vedano tutti perché la politica non ha fatto nulla”.

Una serata da non perdere per il forte valore sociale e per le tematiche di attualità trattate così some “Nato a Casal di principe”, in programma il 20 giugno, che è stato premiato con il Nastro d’argento della legalità dal Sindacato nazionale Giornalisti cinematografici italiani e da Trame; il film tratto dal libro autobiografico di Amedeo Letizia scritto con Paola Zanuttuni, diretto da Bruno Oliviero che presenterà al pubblico il suo film con l’attore Massimiliano Gallo che racconta il lato b della camorra (quello delle vittime).  Roma, 1989. Amedeo Letizia sta intraprendendo la sua carriera di attore (diventerà uno dei “Ragazzi del muretto”) quando dalla nativa Casal di Principe lo raggiunge la notizia che suo fratello Paolo è stato rapito. Considerato il fatto che Casal di Principe è quello che Saviano descrive come il quartier generale della camorra casertana e che, come ammette lo stesso Amedeo, Paolo Letizia andava spesso in cerca di guai, le ipotesi circa la scomparsa del ragazzo puntano in una sola direzione. Ma Amedeo non si rassegna a non sapere esattamente che fine abbia fatto suo fratello, e ricollegandosi a quella parte di sé che si era illuso di lasciarsi alle spalle, torna ad imbracciare il fucile mettendosi in caccia insieme al cugino adolescente, anche lui abituato a difendersi con le armi.

“Più che la violenza – spiega il regista – volevo mettere in luce l’aspetto poetico delle persone che subiscono una cosa simile. Persone che non sono eroi, che diventano vittime di questa violenza e che si devono comunque rialzare. Una novità rispetto alle tradizionali storie di camorra. Questo film alla fine -conclude- racconta più una storia di resistenza civile”.

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