«Ambulatori chiusi, consultori chiusi e liste d’attesa ai limiti della vergogna. Questi sono i risultati di una politica di tagli e dismissioni portata avanti dalla Asl Napoli 1 centro negli ultimi anni, una politica che non si è preoccupata di colmare i vuoti che si andavano aprendo tra gli Specialisti territoriali SUMAI a causa dei pensionamenti». A denunciate le condizioni «critiche» nelle quali versa l’assistenza pubblica territoriale è Gabriele Peperoni, segretario provinciale del SUMAI. «L’Asl ha costruito un sistema – dice Peperoni – indegno per una città europea. Ci si è rifiutati di premiare e incentivare il lavoro sul territorio, non si è provveduto a organizzare i nuovi modelli territoriali (che tanti risultati hanno garantito nelle altre Regioni) né ad adeguare le attrezzature tecnico-informatiche e il personale tecnico e infermieristico di supporto».
Nella denuncia del SUMAI sono queste le ragioni per le quali «oggi l’assistenza pubblica territoriale di fatto è stata ridotta al lumicino». Secondo Peperoni, i vertici Asl avrebbero preferito puntare surrettiziamente sui centri accreditati, una «scelta sciagurata che diviene fallimentare ogni volta chesi raggiungono i tetti di spesa». Il SUMAI contesta «la politica degli annunci», riferendosi alla promessa (ritenuta impossibile da mantenere) di voler aprire anche di pomeriggio gli ambulatori «in mancanza di strutture, di medici, di infermieri, di strumentazioni degne del nostro tempo».
Il segretario provinciale del SUMAI invita dunque i cittadini di Napoli a far sentire la loro voce, rivolgendosi alle istituzioni comunali e regionali «affinché questi episodi non abbiano più a ripetersi per salvaguardare la salute, la dignità e il diritto di cittadinanza».