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Scavi di Pompei: emergono i resti dell’ultimo fuggiasco dell’eruzione del 79 d.C.

Redazione Napolitan di Redazione Napolitan
29 Maggio, 2018
in Arte & Spettacolo, In evidenza
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Scavi di Pompei: emergono i resti dell’ultimo fuggiasco dell’eruzione del 79 d.C.
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xfuggiasco-pompei-jpgq1527584995104-pagespeed-ic-yp_dcrnfmGli scavi di Pompei – così come documentato in anteprima l’ANSA – hanno restituito una nuova vittima dell’eruzione del 79 d.C., un 35enne con una gamba malata che forse proprio per la sua disabilità non è riuscito a mettersi in salvo. L’uomo è stato travolto dalla lava incandescente del Vesuvio che gli ha scagliato addosso, decapitandolo, un masso di 300 chili.
La scoperta è avvenuta nella zona dei nuovi scavi, la Regio V, proprio all’angolo tra il Vicolo dei Balconi (la strada che il team del Parco archeologico di Pompei ha appena riportato alla luce) e il vicolo delle Nozze d’Argento.
«Lo abbiamo ritrovato in un punto dove c’era uno slargo e forse una fontana- racconta Osanna- uno spicchio di terreno ancora ricoperto da un notevole strato di materiale piroplastico». La terra gli era in parte collassata addosso, per cui, spiega, non è stato possibile ricostruirne le sembianze usando la tecnica del calco di gesso. È stato possibile però, fare altri calchi tutto intorno allo scheletro. E sono serviti per capire quanto drammatici devono essere stati gli ultimi istanti di quest’uomo, che si è visto arrivare addosso la nube piroplastica «che trascinava con sé detriti, pezzi di ferro, tronchi d’albero, pezzi di selciato».

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Di sicuro, ricostruiscono gli esperti, l’uomo deve essersi attardato. La sua tibia presenta le tracce di una brutta infezione ossea che doveva procuragli dolore e rendergli difficoltosa la fuga. Quando si è convinto a scappare la situazione era precipitata, nel vicolo si erano depositati già due metri di lapillo. Il povero fuggiasco zoppicante, avrà tentato disperatamente di mettersi in salvo. Un masso enorme lo ha investito colpendolo al busto, con tutta probabilità staccandogli di netto la testa. Gli archeologi lo hanno trovato riverso sulla schiena, la parte alta del busto ancora coperta dalla pietra. Ora saranno le analisi di laboratorio a ricostruirne con più certezza la storia. Analisi e studi, sottolinea Osanna, che «aggiungeranno un nuovo importante tassello alla storia di Pompei». La pietra che ancora lo schiaccia verrà rimossa a breve. Si sa già che doveva trattarsi di un uomo adulto, con un’altezza intorno al metro e sessantacinque e un po’ di artrosi. «Se fossimo così fortunati da ritrovare il cranio saremmo in grado di ricostruirne la fisionomia».

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