Aveva annunciato che oggi, lunedì 28 maggio, alle ore 8, si sarebbe recata a scuola per prendere regolarmente servizio, la maestra della scuola materna comunale di via dei Papiri Ercolanesi nel Lotto O di Ponticelli che all’incirca un mese fa è stata accusata di aver maltrattato dei bambini e per questo è stata allontanata dall’istituto e trasferita negli uffici della VI Municipalità per evitare che, fino a quando non verrà fatta chiarezza sulla vicenda, possa stare a contatto con i bambini.
La maestra, A.B., quando ha appreso che non avrebbe più lavorato a contatto con i bambini, ha reagito piuttosto male, come racconta il personale scolastico che ha assistito alla scena: bestemmie, parolacce, urla e soprattutto la minaccia di “compiere una strage”.
Da quel giorno è iniziata una “telenovela” senza fine.
Da quando è stato disposto il suo trasferimento, la maestra si è rifugiata nella quiete della sua abitazione a Torre Annunziata, in malattia. Al termine dei giorni richiesti, puntualmente annuncia di tornare a scuola per riprendere servizio, destando legittimo allarmismo tra le madri e il personale scolastico. Così ha fatto anche stamane, lunedì 28 maggio: alle 8 all’esterno della scuola, insieme alle mamme dei bambini, così come preannunciato nei giorni scorsi, c’erano anche la direttrice della scuola e il responsabile del Personale scolastico, amministrativo, assistenti sociali, della VI Municipalità, per ricordare alla donna che per recarsi sul posto di lavoro, adesso deve raggiungere gli uffici della VI Municipalità e negare l’accesso a scuola. Tuttavia, anche stamane, la maestra ha richiesto altri 5 giorni di ferie. Quindi, ansie e preoccupazioni sono rimandate fino al prossimo lunedì 4 giugno, quando andrà in scena la prossima puntata della “telenovela” che dura ormai da diversi mesi e che tiene con il fiato sospeso le maestre, il personale scolastico e soprattutto le mamme dei bambini.
Ansie e preoccupazioni legittimate dal fatto che nonostante alla maestra sia stato notificato il divieto di avvicinarsi alla scuola, già in più occasioni nei giorni scorsi si è recata proprio lì, pretendendo di entrare per riprendere servizio e innescando liti accese con le madri preoccupate per i propri bambini. L’intervento delle forze dell’ordine, prontamente allertate, ha fin qui sventato il peggio, ma l’insegnante, – così come dimostrano i video girati in una delle sue ultime incursioni nel Lotto O – non vuole sentire ragioni ed è convinta di agire correttamente.
L’insegnante sostiene che intende prendere ordini solo dal sindaco de Magistris in persona.
Una frase ripetuta più volte anche da una donna che poche ore dopo la pubblicazione di un articolo in cui riportavamo la testimonianza delle mamme dei bambini che riferiscono di essere stati malmenati dalla maestra, ha contattato telefonicamente la nostra redazione, presentandosi come “una collega della maestra” indignata per quello che aveva letto e con toni piuttosto accesi ha spiegato che “questa maestra andrebbe premiata per il modello educativo che propone a quei bambini, figli di una società che li fa crescere fragili e senza valori e che prima di giudicare, si dovrebbe capire che in questo modo si permette a quei bambini di crescere più forti e più temprati alle difficoltà della vita.” Anche la donna che ci ha telefonato, nell’ambito di un lungo ed accorato sfogo, ha più volte precisato che “prima di diffondere notizie false dovremmo informarci sulle leggi in vigore che spiegano chiaramente che solo il sindaco de Magistris può rimuovere dall’incarico un’insegnante di una scuola comunale di Napoli“. La donna, inoltre, rivolgendosi alle forze dell’ordine, li ha più volte definiti “attori, comparse e commedianti“. Proprio come fa la maestra raggiunta dal provvedimento nel video registrato dalle mamme durante una delle sue ultime “performance”.
Il personale scolastico precisa che, sotto il grembiule che indossano mentre sono in servizio, batte un cuore di mamma e di nonna e che se avessero quantomeno avuto il sentore che la maestra potesse fare del male ai bambini non avrebbe di certo beneficiato della loro omertà e connivenza. Le bidelle, in particolare, non sono in classe durante le lezioni, vengono chiamate per accompagnare i bambini in bagno, quindi per loro era davvero difficile intuire se e quando possano essersi verificati gli episodi posti al vaglio delle forze dell’ordine.
Di certo c’è lo stato di shock ed incredulità che da allora ha travolto la scuola, concorrendo ad introdurre paura ed ansia: si teme che la maestra possa mantenere la promessa fatta e giungere in quella scuola che le è stata “scippata” armata non solo delle peggiori intenzioni.
Allo stato attuale, in virtù dell'”annunciata strage“, è difficile comprendere perchè venga adottata una linea così “morbida” e tollerante nei confronti di una persona che ha dato ampi segni di squilibrio ed instabilità e che ha violato la restrizione che le era stata notificata, recandosi già in diverse circostanze proprio a scuola.
Un clima pesante, pregno di paura, che si ripercuote sui bambini e che ostruisce la serenità del percorso lavorativo delle altre maestre e del personale scolastico: le minacce rivolte dall’insegnante e il protrarsi di questa “telenovela” della quale sembra che proprio la maestra raggiunta dal provvedimento stia scrivendo il copione, impediscono a tutte le parti coinvolte in questa brutta sventura di voltare pagina ed andare avanti.
Il tormento più grande di chi è costretto a vivere giorni carichi di dubbi e tensioni è non volersi trovare nella condizione di dire: “era una tragedia annunciata che si poteva evitare…”