E’ fuori pericolo il 13enne di San Sebastiano al Vesuvio, comune in provincia di Napoli, ricoverato durante la serata di sabato 26 maggio all’ospedale Santobono di Napoli, dove era giunto in codice rosso per aver assunto sostanze alcoliche e droga. Il ragazzo, risultato positivo al test di assunzione dei cannabinoidi, giunto in ospedale in stato di coma etilico, adesso è lucido e parla con i genitori e con i medici. Nelle prossime ore potrebbe uscire dal reparto di rianimazione.
Intanto, proseguono a tutto campo le indagini dei carabinieri della tenenza locale che stanno cercando di rintracciare le persone che erano in compagnia del 13enne quando ha perso i sensi, oltre che per accertare chi abbia fornito droga e alcool al minorenne.
Secondo quanto raccontato dai genitori del 13enne agli organi di stampa, il ragazzo aveva appuntamento alle 21 con la comitiva di amici che frequenta abitualmente e dovevano andare ad una semplice festa a San Sebastiano al Vesuvio.
Tuttavia, già intorno alle 22 il cellulare del 13enne squillava a vuoto. La madre, infatti, com’è solita fare quando il figlio esce con gli amici, lo ha telefonato per sincerarsi che fosse giunto alla festa. Alle 22.30 al telefono ha risposto un amico del figlio che ha riferito alle madre che il ragazzo si era allontanato un attimo.
Un fatto strano che ha immediatamente messo in allarme la madre del 13enne che ha richiamato poco dopo sul cellulare del figlio e le ha risposto lo stesso ragazzo, che le ha confessato che stava arrivando un’ambulanza per prestare soccorso a suo figlio.
«Ho visto mio figlio morto, non si muoveva, – ha raccontato la madre del 13enne agli organi di stampa – ho cercato di strattonarlo e di parlargli, ma senza alcuna reazione, ho pensato che non lo avrei rivisto più vivo e sono salita con lui in ambulanza, tenendogli la mano».
La madre, così come i parenti del 13enne, si dicono increduli e sconcertati da quanto accaduto, in quanto il ragazzo non ha mai fatto uso di alcool o di stupefacenti, nè ha mai manifestato atteggiamenti che lasciassero presagire una simile condotta: «È inutile che ci nascondiamo, noi genitori, – ha dichiarato la madre del 13enne – dietro le negazioni assolute ai nostri figli, mi riferisco al fatto che, ogni tanto, può essere capitato di aver fatto assaggiare un sorso di vino per insegnare ai figli a gestire certe situazioni, soprattutto in previsione di quando si trovano fuori casa, ma non bisogna strafare e alla fine mi sento anche io responsabile».