Probabilmente era a caccia di un sabato sera da sballo e invece è finito in ospedale: questo sembrerebbe il motivo per il quale un 13enne di San Sebastiano al Vesuvio è stato ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Santobono di Napoli, seppure non in pericolo di vita.
Il 13enne ha assunto alcool e droga: un mix pericoloso, ma sempre più in voga tra i giovanissimi.
Riverso in una strada, privo di sensi: lo hanno trovato così i passanti che hanno allertato il 118 e i carabinieri. Il ragazzino, in stato di incoscienza, è stato subito trasportato all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove è stato ricoverato in stato di coma etilico: successivi test hanno rivelato che aveva assunto anche dei cannabinoidi.
Le condizioni del 13enne oggi sono stabili. I genitori, non appena sono stati informati dell’accaduto, sono giunti al capezzale del figlio e non sanno spiegare dove e come il figlio si sia procurato alcol e droga ed affermano che non avrebbe mai fatto uso prima in passato.
Il 13enne viene descritto come un ragazzo perbene e tranquillo, appartenente a una famiglia ‘normale’ che ora chiede solo di rispettare la sua privacy. I carabinieri che indagano sulla vicenda stanno cercando di rintracciare le persone con cui il 13enne era uscito durante la serata di sabato 26 maggio.
All’indomani dell’accaduto, regnano quiete e diplomazia lungo le strade di San Sebastiano al Vesuvio, comune vesuviano ribattezzato “la piccola Svizzera”, in virtù del decoro che si respira lungo i suoi 2,65 chilometri quadrati.
Nessuno riferisce di aver notato qualcosa di strano durante la serata di sabato 26 maggio, così come nessuno ha voglia di commentare l’accaduto, ma in tanti focalizzano l’attenzione sulla necessità di aumentare i controlli da parte delle forze dell’ordine, almeno il sabato pomeriggio/sera, quando le strade del comune vesuviano sono prese d’assalto da gruppi di adolescenti e giovanissimi.
Nel corso degli ultimi anni, la nascita di diversi punti di ritrovo, come lounge bar e paninoteche, a San Sebastiano al Vesuvio, ha concorso e non poco ad aumentare il numero di avventori che si spostano nel comune vesuviano per trascorrere il sabato sera. Ad onor del vero, se durante la settimana, al calar del sole scatta il coprifuoco, soprattutto in via Plinio, strada che accoglie i cosiddetti “portici di San Sebastiano” che dopo l’orario di chiusura dei negozi, diventano letteralmente deserti, lo scenario cambia completamente il sabato e la domenica, quando gli schiamazzi e il via vai di adolescenti si protrae fino a tarda sera.
San Sebastiano al Vesuvio è uno dei comuni napoletani più assediati dalla microcriminalità, in virtù della forte presenza di figli di famiglie facoltose. Gli smartphone e i contanti che custodiscono nelle tasche finiscono prevedibilmente nel mirino di rapinatori seriali provenienti dai comuni e dai quartieri limitrofi e che in passato erano particolarmente dediti a sottrarre ai “bravi figli di famiglia” anche indumenti griffati, cinture, giubbini e perfino le scarpe. Proprio per questo motivo i residenti in zona reputano che la presenza delle forze dell’ordine tra i giovani avventori del comune vesuviano assicurerebbe il doppio vantaggio di sventare furti e rapine, ma anche episodi come quello avvenuto la sera scorsa.
Non è difficile intercettare minorenni che passeggiano sorseggiando una birra o un drink alcolico, ma, in sostanza, secondo i cittadini e i commercianti del posto, a San Sebastiano al Vesuvio non accade niente di diverso rispetto a quello che si verifica negli altri contesti frequentati da giovanissimi.
L’aspetto che desta maggiore indignazione, tuttavia, è l’indifferenza degli amici che erano con il 13enne che, anzichè soccorrerlo, probabilmente temendo di finire nei guai, lo hanno lasciato sul ciglio della strada privo di sensi. Per questo motivo le forze dell’ordine sono a lavoro per far luce su quanto accaduto durante l’ennesimo sabato sera che poteva finire in tragedia.