Non intendono restare a guardare gli abitanti di Caravita, mentre la politica e gli iter burocratici rallentano il progetto di riqualifica di un’area in disuso, capeggiato dal Gruppo Santa Caterina, alias la famiglia Leonessa, un cognome sinonimo di consolidate attività di successo legate al mondo della ristorazione dell’entroterra vesuviano. Un progetto che intendeva trasformare “un bruco” in “farfalla”, ovvero un chiosco fatiscente in un’area ricca di attrattive, concorrendo a riqualificare quel territorio che non ha nulla da offrire ai residenti in zona.
Il chiosco giace proprio di fronte ai palazzi di edilizia popolare di Caravita, frazione del comune di Cercola, più vicina alle problematiche di Ponticelli che al discreto livello di vivibilità del comune di appartenenza. Un dato di fatto innegabile ed oggettivo, del quale i residenti in zona, in primis, sono perfettamente consapevoli.
Mario Loenessa è uno di loro. Nato e cresciuto a Caravita, ha deciso di investire proprio lì, nel luogo dove ha avuto inizio il suo percorso umano e professionale e dove vorrebbe che, grazie al suo contributo, ripartisse una vera e propria riqualifica, non solo materiale, ma anche morale, capace di attuare quel riscatto di cui ha bisogno il territorio, oltre che la gente che lì vive.
Un progetto che non avrebbe avuto come risultato finale il semplice e “solito” bar, quale luogo esclusivo che funga da richiamo per le persone facoltose del circondario, ma che ambiva a mettere in piedi un vero e proprio bene comune, una piazza pubblica. Un luogo che potesse portare in quella sede il cambiamento che manca da troppo tempo, rispolverando lo spirito di condivisione e la voglia di stare insieme che negli anni in cui Mario Leonessa era un ragazzino, portava i bambini a giocare per strada e i cortili, le case, le strade, erano uno spazio comune, senza barriere di nessun tipo e i giochi, così come la vita, trascorrevano allegri e spensierati.
Non sarebbe stato “il bar dei Leonessa”, ma il Bar di Caravita, nato per la comunità di Caravita.
Un progetto ambizioso, finito nella contorta rete delle beghe politiche e che, di giorno in giorno, i residenti in zona, vedono arenarsi, insieme all’entusiasmo e alle aspettative che avevano riposto in quel “nuovo inizio”.
Per questa ragione, durante la mattinata di domenica 13 maggio, una delegazione di abitanti di Caravita ha avviato una raccolta firme per spronare il comune di Cercola ad ascoltare la loro volontà, sperando, così, di sollecitare l’intervento risolutivo dell’amministrazione, affinchè il progetto della famiglia Leonessa possa andare a buon fine.
Una petizione che durerà diversi giorni, in quanto, i residenti in zona intendono sensibilizzare e coinvolgere il maggior numero di persone possibile per lanciare un messaggio chiaro alle istituzioni: l’approvazione di questo progetto non significa “fare un favore” a un imprenditore, ma accondiscendere alla volontà del popolo che vive e percepisce il progetto d riqualifica del chiosco come l’unica e concreta possibilità di riscatto fin qui giunta in un contesto difficile come Caravita.