Debutterà a Napoli, al Trianon Viviani, la commedia Tfr, ovvero«trattamento di fine rapporto».
Venerdì 27 e sabato 28 aprile prossimi, sempre alle 21, Lucio Pierri,Yuliya Mayarchuk, Davide Marotta e Massimo Carrino, con la partecipazione straordinaria di Ernesto Lama e Rosaria De Cicco, porteranno in scena questo spettacolo che associa all’elemento comico della commedia la riflessione sul sempre più attuale tema della salvaguardia del posto di lavoro.
Tfr è la storia di tre operai, disposti a tutto pur di salvaguardare il proprio posto di lavoro; di un imprenditore cinese a capo di una cordata, pronto a rilevare la loro azienda per trasformarla in un enorme polo industriale orientale; e di un europarlamentare colluso con la malavita.
Gli autori, Lello Marangio e Lucio Pierri, che definiscono questo spettacolo una «social comic comedy», spiegano: «Potrebbe sembrare la storia di un thriller americano, il racconto di un’avventura di spionaggio industriale in stile “mission impossibile”, la denuncia della connivenza tra politica e malaffare: in realtà abbiamo voluto raccontare come oggi sia sempre più arduo mantenere il posto di lavoro e vedere riconosciuti i proprî diritti di fronte a chi, spesso, dimentica i proprî doveri; e, in fondo, in anni come questi che viviamo, anche ottenere la liquidazione, il cosiddetto tfr, cioè trattamento di fine rapporto, è una vera e propria mission impossibile».
La fabbrica di Beatrice Borromeo (Rosaria De Cicco) produce pannelli fotovoltaici e versa in una condizione economica disperata: per anni, infatti, l’azienda è sopravvissuta grazie all’assegnazione di appalti e fondi dell’Unione europea, pilotati dall’europarlamentare Eduardo Casalino(Massimo Carrino), noto esponente politico, in odore di camorra, sposato ma amante in segreto della stessa Beatrice.
Nella fabbrica lavorano tre operai: Michelangelo (Lucio Pierri), un uomo sulla quarantina che ancora insegue il sogno della notorietà nel mondo dello spettacolo come cabarettista, single, ma non per scelta; Francesco (Ernesto Lama), pseudo impresario di Michelangelo, che millanta conoscenze in campo artistiche; e Karina (Yuliya Mayarchuk) – di cui Michelangelo è segretamente innamorato –, donna proveniente dalla Russia, idealista e comunista, sempre al fianco degli operai per la difesa dei loro diritti.
Quando l’Unione europea blocca i finanziamenti, la fabbrica, già piena di debiti e ormai senza liquidità, è costretta a scelte molto dure. Casalino paventa a Beatrice l’ipotesi di vendere la fabbrica al gruppo Gifuni-Sarnataro – che fa capo a una famiglia notoriamente camorristica – pronto a rilevare l’industria per trasformarla nel centro commerciale più grande del sud Italia. Al rifiuto di Beatrice, che non vuole lasciare la fabbrica nelle mani della camorra, Michelangelo prospetta la possibilità di incontrare Teng Tzei Chiang (Davide Marotta), un ricco imprenditore cinese, che ha conosciuto in maniera rocambolesca, pronto a investire ingenti capitali in Italia.
Ma l’incontro non sortisce gli effetti sperati. Quindi, di fronte all’ipotesi sempre più concreta del licenziamento e la prospettiva di non ottenere neanche il tfr, i tre operai decidono di indire una riunione sindacale interna e di occupare la fabbrica. Tra giochi, doppi e tripli giochi dei varî personaggi si arriva all’inaspettato finale a sorpresa.
Hanno partecipato all’allestimento dello spettacolo l’assistente alla regia Maranta De Simone e la produttrice esecutiva Chiara Guercia. Le luci sono di Francesco Adinolfi, le scene di Francesca Mercurio, i costumi di Federica Calabrese e il trucco e parrucco di Carlo Ponè. Fotografia di Matteo Anatrella e grafica di Max Laezza. L’organizzazione è firmata Fdv.