Un’indagine avviata successivamente a due arresti maturati nel 2015, quella che durante la mattinata di lunedì 23 aprile, ha portato gli agenti del commissariato di Ponticelli, in collaborazione con la Squadra Mobile partenopea e personale del Reparto Prevenzione Crimine Campania, all’esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari a carico di 11 persone, ritenute contigue ad un clan sorto nell’area vesuviana, in seguito al declino dei Sarno e che negli ultimi tempi stava cercando di imporsi a suon di estorsioni a nome degli “amici di Cercola”.
Come detto, nel 2015 furono arrestati in flagranza per estorsione aggravata Salvatore Ottaiano di Caravita, soprannominato “ME’-ME’”, e Pietro Fusco, di Cercola, soprannominato “O’sfarditiello”, già sottoposto alla misura della libertà vigilata con obbligo di soggiorno nel comune di Cercola.
Gli agenti del commissariato di polizia “Ponticelli”, da tempo impegnati in una articolata indagine nel Comune di Cercola, avevano, dunque, intercettato il sodalizio criminale che vede a capo ex detenuti appartenenti a clan disciolti, in passato alleati dei Sarno e che in seguito al declino della cosca del Rione De Gasperi hanno cambiato assetto.
Proprio durante l’attività di contrasto alle estorsioni ai danni di commercianti, intercettarono “Mè – Mè” e “O’ sfarditello”.
L’attività investigativa di monitoraggio svolta dalla polizia nei confronti dei commercianti della zona, li ha portati sulle tracce dei due pregiudicati e nella fattispecie, gli investigatori ebbero modo di documentare come avvicinassero le vittime per concordare i pagamenti presso una rivendita di autovetture.
Si presentavano come “gli amici di Cercola” e, intimorendo i commercianti, chiedevano loro un “regalo”. Le vittime che temporeggiavano e si mostravano reticenti nel pagare, ricevevano “la visita” di un’altra persona che, con funzioni di mediatore, pacatamente, parlava ai commercianti raccomandando loro di pagare, al fine di evitare reazioni da parte “degli amici di Cercola e Caravita”.
Dai fermi di Fusco ed Ottaiano è nata un’indagine, coordinata dalla Procura e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha fatto luce sul modus operandi e sull’assetto del nuovo gruppo criminale capeggiato da Roberto D’Ambrosio.
Grazie ad un attento controllo del territorio, la polizia ha avuto modo di accertare che erano in corso una serie di attività estorsive da parte di alcuni soggetti riconducibili proprio alla cosca nata nel comune di Cercola.
I poliziotti, hanno accertato che l’organizzazione criminale sotto la guida di D’Ambrosio, oltre alle attività legate allo spaccio di stupefacenti e all’usura, imponeva ai “cani sciolti” a capo delle piazze di spaccio e non contigui al clan, il pagamento di una tassa.
Estorsioni praticate attraverso minacce esplicite e il business della droga gestito ben oltre il mero controllo delle piazze di droga, ma anche con vendite all’ingrosso e fuori dal Comune di Napoli, queste le ragioni per le quali sono state eseguite le ordinanze a carico di:
Roberto D’Ambrosio nato a Cercola il 24.8.72, ritenuto a capo dell’organizzazione; Carmine Aloia, nato a Napoli il 12.05.1987, Luigi Gitano, nato a Napoli il 05.03.1987, Valerio Rolletta, nato a Pollena Trocchia (Na) il 19.01.1985, tutti già detenuti in carcere per altre ragioni; Ciro Oliva, nato a Napoli in data 31.08.1976 e Rosario Rolletta, nato a Pollena Trocchia il 29.10.1985, ritenuto ai vertici del nuovo sodalizio, mentre sono scattati gli arresti domiciliari per Davide Martinelli, nato a nato a Napoli il 25.1.1988, Antonio Rolletta, nato a Pollena Trocchia il 26.02.1982, Luigi Russo, nato a Napoli il 3.9.69, Anna Alfuso, nata a Napoli il 9.3.1986, Luigi Sannino, nato a Massa di Somma il 10.06.1992.