Durante le festività pasquali, nei giorni in cui impazzano sui social le foto di casatielli e pastiere, ha fatto molto discutere il video che immortalava alcuni passaggi preparatori del “casatiello vegano” sfornato da “La Pizzettata“, uno dei più solidi punti di riferimento del vesuviano in materia di gastronomia, sempre più rinomato anche per l’ampia proposta riservata quotidianamente proprio ai piatti vegani e vegetariani.
A far infuriare i tradizionalisti e i fan del casatiello è stato principalmente vedere un caposaldo della tradizione gastronomica napoletana snaturato dei suoi ingredienti principali, quindi uova e salumi misti, per fare spazio a prodotti a più basso contenuto calorico.
Un dibattito perennemente acceso quello tra carnivori e vegani, non lo scopriamo di certo oggi, e che soprattutto sui social non di rado converge in discussioni e scambi di battute anche molto accesi.
Immediata la risposta di Flavia Caiazzo, proprietaria del locale insieme a sua madre Patrizia, autrice, tra l’altro, del casatiello “incriminato”: “Il casatiello vegano nasce per accontentare le persone che sono diventate vegane, perchè vegani non ci si nasce, si diventa rendendosi più sensibili al mondo animale. E’ una scelta che una persona adotta dal punto di vista morale e quindi, di conseguenza, non mangia più carne e non consuma più alimenti a base di esseri viventi.
Essendo la nostra tradizione gastronomica pasquale basata essenzialmente su casatiello e pastiera, quest’idea nasce per accontentare quei palati che hanno rinunciato al consumo di carne, ma che, secondo il nostro modo di vedere le cose, non necessariamente devono rinunciare ad onorare la tradizione, nel rispetto dei crismi imposti dal credo che ispira le loro abitudini alimentari.
E’ un impasto senza sugna con margarina vegetale, senza il misto di salumi e uova, che vengono sostituiti dal setan, un surrogato della carne, e dal tofu, un surrogato del formaggio. Per dargli più sapore abbiamo aggiunto olive condite e pomodori secchi.
In primis, il casatiello vegano nasce come esigenza nostra familiare, perchè sia mia madre che mia sorella sono vegane e quindi di conseguenza abbiamo deciso di accontentare prima loro e poi i clienti che si rispecchiano in questa stessa corrente di pensiero. E’ una libera scelta se consumare l’uno o l’altro, non è mai stata nostra intenzione “rinnegare” o “sconsacrare” il casatiello tradizionale. Su 150 casatielli ordinati, una minima percentuale erano vegani.
Va detto che, una volta esposto nella nostra vetrina, il casatiello vegano ha riscosso un grande successo. Anche chi mangia carne ne è rimasto incuriosito e lo ha assaggiato, si è ricreduto e lo ha trovato davvero saporito.”
Una polemica che sottolinea, in sostanza, quanto sia difficile la “convivenza” tra queste due correnti di pensiero in un contesto esigente ed intransigente come quello napoletano, particolarmente suscettibile in materia gastronomica.