Quella di Mario Leonessa è la storia di un giovane imprenditore alle prime armi, originario di Caravita – frazione del comune di Cercola – che, partendo da una modesta trattoria, ha saputo affermarsi nell’ambito dell’imprenditoria vesuviana, tra i leader più rinomati ed autorevoli del settore della ristorazione.
Da circa 40 anni, Mario Leonessa e i suoi figli, sono a capo di attività di successo, diventate autentici punti di riferimento per gli abitanti dell’entroterra vesuviano, capaci di richiamare alle pendici del Vesuvio numerosi avventori da altri comuni e perfino da altre città della Campania. Il vicino comune di Volla, ad onor del vero, ha beneficiato di un innegabile boom economico quando la famiglia Leonessa ha investito in un progetto che ha portato alla nascita di un lounge bar, un albergo e un ristorante.
Forte dell’esperienza e dei successi maturati sul campo nell’arco di circa 40 anni, Mario Leonessa ha scelto di “tornare alle origini”, riproponendosi di riscattare il luogo legato ai suoi ricordi d’infanzia, puntando sulla riqualifica di un’area comunale in disuso, situata a ridosso della chiacchierate e discriminate palazzine di edilizia popolare della frazione del comune di Cercola.
La nascita di un bar da adibire a “piazza pubblica” nella quale le persone del posto potessero identificare un luogo di ritrovo, capace di richiamare anche i residenti in altre zone della città, superando, dunque, le barriere e i pregiudizi legati al contesto più critico ed oggettivamente degradato di Cercola: questo il sogno che Mario Leonessa intendeva concretizzare, all’apice del suo percorso umano e professionale. La realizzazione di questo progetto che avrebbe senza dubbio concorso a riscattare le sorti di Caravita, non solo contribuendo a creare nuovi posti di lavoro, ma soprattutto puntando a riqualificare la zona, viene bruscamente interrotto dall’ufficio tecnico del comune di Cercola che sospende i lavori per un “aspetto controverso” legato al passaggio di proprietà tra il vecchio e l’attuale gestore.
Un’opera di riqualifica che resta quindi arenata nei leziosi cavilli della burocrazia che contesta alla famiglia Leonessa una serie di mancanze nella pratica attuata nel rilevare l’area dal vecchio proprietario.
“Non contestano la virgola, ma la curva della virgola”: spiegano gli stessi addetti ai lavori del comune di Cercola, utilizzando un eufemismo che ben sintetizza “l’eccesso di zelo” adottato dai tecnici nel valutare la questione e che non ha precedenti storici, considerando “la generosa tolleranza” adottata nei riguardi di analoghe procedure e che hanno portato alla nascita di attività commerciali simili a quella che il gruppo Leonessa si apprestava ad avviare.
Prima di avviare i lavori, la famiglia Leonessa riceve le rassicurazioni del caso, dal sindaco uscente Vincenzo Fiengo e dal comparto dell’ufficio tecnico del comune di Cercola che, molto probabilmente, senza consultare la documentazione né informandosi in merito al corretto iter burocratico da seguire. La norma basilare prevedeva che prima dell’atto di trasferimento di proprietà, ci fosse una richiesta al comune da parte del vecchio proprietario, in quanto, il regolamento prevede che dopo 4 anni di gestione, avrebbe potuto cedere l’attività, previa, però, autorizzazione del comune.
Probabilmente, allo stato attuale, la nuova attività sarebbe già stata avviata, se non fosse giunta la contestazione di Grillo, il responsabile finanziario del comune di Cercola, che dopo aver rilevato una “criticità contabile”, una volta venuto a conoscenza del passaggio di proprietà riguardante quell’area comunale, visionando un versamento da parte della nuova gestione, ne ha contestato l’attendibilità, portando la segretaria generale a far luce su una serie di cavilli burocratici che, di fatto, si sono tradotti nella sospensione dei lavori.
A novembre del 2016 è stato firmato l’atto di trasferimento del ramo d’azienda da Eurogestion al gruppo Santa Caterina, ma il comune “se ne accorge” a luglio del 2017, dopo aver incassato un versamento a firma della nuova società. La burocrazia, quindi, impone di “tornare indietro” piuttosto che “guardare avanti” e procedere con la realizzazione dell’opera di riqualifica, per appurare che la famiglia Leonessa disponesse dei requisiti necessari per capeggiare il progetto, in virtù del fatto che quell’area fu assegnata in seguito all’apertura di un bando di gara. Quando gruppo Santa Caterina ha presentato l’istanza di ristrutturazione del chiosco e dell’area, i lavori sono stati sospesi per regolarizzare il passaggio di proprietà e stilare un nuovo contratto di concessione che fino ad oggi non è andato in porto, nonostante l’ufficio tecnico del comune di Cercola continui a garantire che c’è tutta la volontà – almeno da parte loro – di concretizzare l’operazione. Al parere favorevole dell’ufficio tecnico, infatti, si frappone quello contrario del segretario generale e del responsabile finanziario, più propensi ad annullare il procedimento per non concedere la variazione di proprietà per una serie di motivazioni.
Inizia così un braccio di ferro che si combatte a suon di battibecchi scritti tra i due uffici che sta tenendo banco già da diversi mesi, fino alla “svolta” giunta pochi giorni fa: il Responsabile dell’ufficio Tecnico del comune di Cercola, l’ingegnere Ciro De Luca Bossa, si è dimesso dall’incarico e, pertanto, la “patata bollente” passa nelle mani del suo successore, al quale spetterà il difficile compito di dare un esito a questa situazione controversa e alle altre lasciate ugualmente “in sospeso”.
Secondo quanto riferito dalla segretaria, il gruppo Santa Caterina ha rilevato solo la licenza per l’attività di somministrazione di bevande che resta monca se la stessa azienda non possiede il subentro della concessione su suolo pubblico. Una volta divenuto concessionario ed avendo il titolo, il Santa Caterina poteva chiedere o la voltura o una nuova autorizzazione commerciale, invece, – secondo quanto emerge dai controlli svolti negli ultimi mesi dal comune di Cercola – sono partiti dall’autorizzazione commerciale senza tenere conto che si tratti di un’attività che si svolge su suolo pubblico. Ad una concessione si può subentrare solo previa autorizzazione del comune che avrebbe dovuto verificare che il subentrante disponesse di tutti i requisiti necessari, perchè non è detto che il gruppo Santa Caterina possegga tutti i requisiti morali e non solo, oggetto del bando vinto dalla precedente proprietà.
La segreteria solleva anche un altro problema: il vecchio concessionario non era del tutto in regola e vengono contestati una serie di abusi edilizi, imputabili alla precedente gestione e che evidenzierebbero una negligenza da parte della polizia municipale, oltre che dello stesso comune di Cercola che – a dire della segreteria – doveva intervenire sul vecchio proprietario. L’ufficio tecnico, non tenendo conto di queste criticità, non ha esternato questo genere di problemi alla nuova proprietà. Il subentro, in sostanza, poteva avvenire, ma seguendo una procedura diversa: c’è una concessione su area pubblica, l’ufficio avrebbe dovuto prima analizzare la cosa, per appurare che la concessione potesse avere una continuità in termini di idoneità di requisiti e non solo, e verificare che il proprietario precedente fosse effettivamente in regola sotto diversi aspetti. La situazione è molto più complessa di quello che sembra, assicurano dall’ufficio tecnico. Si attende, a questo punto, l’insediamento del nuovo ingegnere al quale spetterà il compito di stilare e firmare il provvedimento definitivo. Se la procedura verrà chiusa, si aprirà un bando ex novo: non è scontato che gruppo Leonessa, quindi, possa vincerlo e subentrare al vecchio proprietario. Una serie di criticità legate alla burocrazia e alla precedente gestione
Allo stato attuale, non ci sono i presupposti per procedere legalmente con i lavori e, a quanto pare, nessuno intende assumersi la responsabilità di consentirne il seguito senza la voltura di contratto. Procedura, al momento, contestata dall’ufficio di segreteria e dal vice-segretario all’ufficio tecnico che lasciano intendere la piena volontà di annullare il procedimento in corso, non tenendo conto del fatto che il gruppo Santa Caterina ha già investito un’importante somma di denaro per avviare i lavori. All’attuale proprietario, in sostanza, non resterebbe che la strada del ricorso al Tar per impugnare la decisione.
Appare chiaro, in sostanza, che se non c’è un allineamento di idee tra l’ufficio patrimonio e l’ufficio finanziario e la segreteria, questa ed altre situazioni, saranno sempre fonte di conflitti interni e di carattere prettamente politico che rischiano di ledere gli interessi del cittadino.
Dinanzi ad un’opera che avrebbe oggettivamente arrecato benefici alla collettività, si è preferito innescare una guerra politica, in piena campagna elettorale, tra opposizione e maggioranza, dove a pagare le conseguenze, come puntualmente accade, è il fruitore ultimo dei servizi: il cittadino.
Una guerra alimentata da molti post apparsi sui social, dove figure storicamente legate alla politica cercolese accusavano il sindaco Fiengo di aver “favorito” l’operazione capeggiata dal gruppo Leonessa, forte dell’amicizia che lo lega a questa famiglia e, ancor più, per beneficiare del plebiscito di consensi che si sarebbe tradotto in “voti facili” da parte degli abitanti di Caravita, in seguito alla realizzazione di un’opera così prestigiosa.
Appare chiaro che ci troviamo dinanzi a il progetto volto a riqualificare un’area abbandonata sia stato bruscamente frenato dai “giochi di potere” della politica che ha preferito arenare la nascita di una nuova realtà che avrebbe sicuramente riscattato e riqualificato le sorti del “ghetto” più declassato di Cercola: Caravita, frazione difficile e degradata del primo comune di provincia dell’area orientale di Napoli.