Eugenio Barba, tra i più grandi maestri internazionali del Teatro Contemporaneo e fondatore del danese Odin Teatret, sarà ospite al Nest – Napoli Est Teatro – il 23 marzo ore 21 con lo spettacolo “Ave Maria”. La tappa si inserisce nell’ambito dell’evento-Stage internazionale “Pensare per Azioni” condotto dal maestro e da Julia Varley, ideazione e direzione artistica di Antonio Iavazzo e promosso da NEST, Rassegna PulciNellaMente, l’Odin Teatret, Scuola di Teatro e Recitazione “Il Pendolo”, Associazione “Il Colibrì” di Sant’Arpino (CE).
L’ottantenne regista, teorico e scrittore italiano, al quale, nel corso degli anni, sono state assegnate decine di premi e riconoscimenti in tutto il mondo, dal 1964 guida un ensemble composto da decine di membri provenienti da tutti i continenti che ha creato ad oggi settantaquattro spettacoli rappresentati in sessantatré Paesi.
Nello spettacolo “Ave Maria” Julia Varley lascia che la sua immaginazione evochi l’incontro e l’amicizia con un’indimenticabile attrice cilena, Maria Canepa. È la morte a celebrare la fantasia creativa e la dedizione di un’attrice che ha saputo lasciare un segno aldilà della sua scomparsa. L’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un rituale dalla matrice profondamente arcaica, e davvero non importa quale sia la tradizione specifica a cui fare riferimento, perché in questa messa confluisce un sacro sedimentato da millenni.
Eugenio Barba, 1936, cresce a Gallipoli e frequenta il liceo classico al collegio militare della Nunziatella, a Napoli. Nel 1954, emigra in Norvegia dove lavora a Oslo come lattoniere e saldatore e, per due anni, come marinaio su un cargo norvegese. Si diploma all’Università di Oslo in letteratura francese e norvegese e storia delle religioni, continuando il proprio lavoro d’operaio. Nel 1960 vive sei mese in un kibbutz in Israele. Ottiene una borsa di studio per la Scuola Teatrale di Varsavia, corso di regia. La abbandona nel gennaio 1961 per lavorare con un piccolo teatro sperimentale nella cittadina di Opole, diretto dal giovane e sconosciuto regista Jerzy Grotowski e dal noto critico Ludwik Flaszen. Vi resta fino all’aprile del 1964, alternando il lavoro d’aiuto regista con viaggi in Europa – per diffondere le notizie sull’attività di Grotowski- e un soggiorno nel sud dell’India di sei mesi per studiare il Kathakali. Nell’ottobre del 1964 fonda a Oslo l’Odin Teatret. Due anni dopo, con il suo teatro emigra in Danimarca, nella piccola città di Holstebro.