Sono comparsi in queste ore, affissi su alcune delle cappelle e manufatti cimiteriali acquisiti dal Comune di Napoli, alcuni manifesti polemici contro il sindaco de Magistris e l’amministrazione comunale.
Questo il commento dell’associazione “
Tutela del sepolcro
gentilizio” che accomuna gli ex proprietari di queste cappelle che – a seguito di un procedimento penale che non li vede comunque coinvolti –
si sono visti chiudere a chiave le cappelle cimiteriali dove sono ancora sepolti i propri cari negando quindi il loro diritto al culto dei morti. Il comitato segnala quanto accaduto
ma ci tiene a sottolineare la propria estraneità all’azione dimostrativa.

“Quanto accaduto è probabilmente frutto del clima pesante che si respira in queste ore. Negli scorsi giorni (il 28 febbraio) il comitato ha partecipato a un incontro con tutte le forze politiche comunali e tutti i consiglieri di qualsiasi schieramento hanno perorato la nostra causa. Ad oggi però, l’assessore ai Cimiteri Alessandra Sardu continua a ignorare questa richiesta. Ad oggi non conosciamo ancora la reale posizione del Comune”.
I membri del comitato chiedono che sia ristabilita la legalità ma senza che vengano

calpestati i loro diritti. I rappresentanti ricordano: “I manufatti in questione, al centro di un processo per compravendita illegale, sono stati regolarmente acquistati con autorizzazioni e certificazioni anche da parte del Comune di Napoli. Oltre a essere
curnuti siamo pure
mazziati dalla stessa Amministrazione rea di non aver vigilato. La nostra battaglia non si fermerà finché non verranno riconosciute anche le nostre ragioni: chiediamo di poter accedere liberamente alle cappelle senza vincoli e catenacci, poter liberamente piangere i nostri cari, e far ripartire il dialogo partendo dal presupposto che non siamo criminali ma siamo parte lesa, sicuramente più lesa del Comune di Napoli”.
Sono comparsi in queste ore, affissi su alcune delle cappelle e manufatti cimiteriali acquisiti dal Comune di Napoli, alcuni manifesti polemici contro il sindaco de Magistris e l’amministrazione comunale.
Questo il commento dell’associazione “
Tutela del sepolcro
gentilizio” che accomuna gli ex proprietari di queste cappelle che – a seguito di un procedimento penale che non li vede comunque coinvolti –
si sono visti chiudere a chiave le cappelle cimiteriali dove sono ancora sepolti i propri cari negando quindi il loro diritto al culto dei morti. Il comitato segnala quanto accaduto
ma ci tiene a sottolineare la propria estraneità all’azione dimostrativa.

“Quanto accaduto è probabilmente frutto del clima pesante che si respira in queste ore. Negli scorsi giorni (il 28 febbraio) il comitato ha partecipato a un incontro con tutte le forze politiche comunali e tutti i consiglieri di qualsiasi schieramento hanno perorato la nostra causa. Ad oggi però, l’assessore ai Cimiteri Alessandra Sardu continua a ignorare questa richiesta. Ad oggi non conosciamo ancora la reale posizione del Comune”.
I membri del comitato chiedono che sia ristabilita la legalità ma senza che vengano

calpestati i loro diritti. I rappresentanti ricordano: “I manufatti in questione, al centro di un processo per compravendita illegale, sono stati regolarmente acquistati con autorizzazioni e certificazioni anche da parte del Comune di Napoli. Oltre a essere
curnuti siamo pure
mazziati dalla stessa Amministrazione rea di non aver vigilato. La nostra battaglia non si fermerà finché non verranno riconosciute anche le nostre ragioni: chiediamo di poter accedere liberamente alle cappelle senza vincoli e catenacci, poter liberamente piangere i nostri cari, e far ripartire il dialogo partendo dal presupposto che non siamo criminali ma siamo parte lesa, sicuramente più lesa del Comune di Napoli”.