Il muro perimetrale della chiesa San Paolo Maggiore, un ex monastero in via San Paolo, nella zona dei Tribunali nel centro storico di Napoli, è crollato durante la mattinata di oggi. Cinque operai sono stati complessivamente coinvolti.
A causare il cedimento del muro della struttura dove erano in corso lavori di ristrutturazione, probabilmente la pioggia “ma anche un quadro fessurativo pregresso molto grave che forse doveva essere puntellato meglio”. Queste le ipotesi al vaglio, secondo quanto dichiarato ai media dal geometra Pezzella dell’ufficio Sicurezza abitativa del Comune di Napoli. “Quello che sappiamo ora è che durante i lavori di ristrutturazione del convento, credo regolarmente autorizzati dalla Soprintendenza, è crollata una parte dell’arcata del cortile antico coinvolgendo gli operai. Per fortuna, tranne uno che sembra in condizioni gravi, gli altri stanno bene”.
L’area è stata posta sotto sequestro. Accertamenti e rilievi dei Vigili del fuoco sono in corso per fare in modo che la parte confinante, dove vivono religiosi e dove alcune stanze vengono anche affittate agli studenti, continui ad essere utilizzata.
I Vigili del fuoco hanno scavato con le mani, con il pericolo di ulteriori crolli per liberare l’operaio che è rimasto sotto le macerie. In virtù della situazione di per sè compromessa, l’utilizzo di mezzi meccanici avrebbe comportato delle vibrazioni e quindi il rischio di altri distacchi. Alla base del crollo vi sia il cedimento di due pilastri con le rispettive volte nel chiostro del convento.
A seguito del crollo del muro perimetrale dell’ex monastero in via dei Tribunali, due pazienti sono stati trasportati dal servizio 118 in codice rosso al Pronto Soccorso del Cardarelli.
Uno presenta trauma da caduta, contusione polmonare, assenza di fratture. Attualmente le sue condizioni sono stabili, ma resta in osservazione; mentre l’altro operaio ha riportato un trauma da schiacciamento, una vasta ferita lacerocontusa del cuoio capelluto sanguinante, fratture vertebrali senza compromissione del canale vertebrale, frattura del femore, della tibia e del perone. Attualmente è stabile, ma resta in osservazione intensiva. La prognosi è riservata.