Il Rione De Gasperi di Ponticelli continua a collezionare scene di degrado senza eguali in Italia. Allo stato attuale, i 28 edifici costruiti nel secondo dopoguerra, versano in uno stato di incuria e fatiscenza probabilmente paragonabili alle realtà dei paesi più poveri e disagiati dell’America Latina e dell’Africa, ma non di certo a nessuna città italiana o europea.
Il piano di assegnazione dei nuovi alloggi sembra aver subito una brusca battuta d’arresto, contribuendo a determinare la situazione attuale: tra “case murate“, un piano di abbattimento e un piano di sfollamento ancora fermi al palo, mentre il degrado avanza e divora la dignità, il senso del decoro e la vivibilità del rione, rendendo la vita molto difficile alle famiglie che vi abitano.
Dagli anni ’50 al 2018 nessun intervento di manutenzione degno di nota è mai stato praticato all’impianto idrico e fognario e transitando lungo la strada principale che attraversa il rione, le conseguenze arrecate dall’incuria si denotano tutti.
Da diversi anni l’impianto fognario che oltrepassa il rione sta manifestando ampi segni di cedimento: le fuoriuscite di liquami dal tombino che stanzia nei pressi del ponte della Circumvesuviana, soprattutto quando piove, alimentano un fiume di acqua putrida e maleodorante che si estende per diversi metri. La ditta addetta all’espurgo delle fogne, finora, si è sempre e solo limitata a risucchiare l’acqua in eccesso, senza “scavare a fondo” per individuare l’effettiva fonte del problema e studiare una risoluzione efficace e definitiva.
Si va avanti così da anni nel Rione De Gasperi: i liquami inondano la strada, gli abitanti si spolmonano per sollecitare un intervento, la ditta arriva, effettua l’intervento e va via.
Gli abitanti del rione, stanchi di percorrere una strada maleodorante e pericolosa, in virtù delle buche e degli avvallamenti generati da questo stato di cose, oltre che nociva per la salute, complice l’altissima presenza di batteri che per forza di cose stanziano lungo la strada, si sono mobilitati.
Essendo la strada in questione una diramazione di via Angelo Camillo De Meis, non spetta all’ente addetto alla gestione del Patrimonio di Napoli, quindi “Napoli Servizi” intervenire per arginare il problema, ma alla VI Municipalità.
Assodato ciò, una delegazione di abitanti del Rione De Gasperi che si sta attivando per pretendere delle risposte da parte dell’amministrazione, lo scorso 6 febbraio, ha inoltrato all’ufficio tecnico della VI Municipalità una comunicazione dell’Asl, con tanto di foto che immortalano la pericolosa e tutt’altro che salubre condizione generata dalla fuoriuscita di liquami da quel tombino, al fine di sollecitarne un intervento repentino e risolutivo. Lo scorso 28 febbraio, non avendo ricevuto alcun tipo di risposta, hanno nuovamente segnalato il guasto.
Sono trascorse due settimane e, allo stato attuale, il problema risulta ampiamente irrisolto.
L’esasperazione degli abitanti è alle stelle, in quanto stanchi di vedersi trattare come “cittadini di serie b” e si dicono pronti anche ad intraprendere le vie legali per inchiodare alle loro responsabilità gli artefici di questo indecoroso scempio.
“Quello che chiediamo è l’intervento di una ditta munita di un bocchettone più grande che possa risucchiare non solo l’acqua, ma anche eventuali calcinacci e detriti che ostruiscono lo scorrimento dell’acqua all’interno delle tubature, perchè potrebbe bastare semplicemente questo per risolvere il problema e mettere fine alla situazione indecorosa nella quale siamo costretti a vivere. – spiega una delegazione di abitanti del Rione De Gasperi – Potrebbe bastare questo per evitare ai nostri bambini di respirare un’aria malsana ed esporre chi vive nel rione al rischio di infezioni e malattie generate dai virus e dai batteri che, ormai, sono diventati ospiti fissi. Chiediamo di vivere in condizioni dignitose e di conoscere con chiarezza il nostro futuro: quando verranno assegnate le altre case del nuovo rione? Che prospettive ci sono in programma per le famiglie che non si vedranno assegnare la casa? Quando verrà attuato il piano di abbattimento?” Queste le domande che avanzano gli abitanti del rione e che da anni attendono una risposta chiara ed esaustiva. Intanto, continuano ad essere costretti a vivere in una fogna a cielo aperto.