Il M5s ha ottenuto più del 30 per cento dei voti, la Lega ha superato Forza Italia e il Pd è sotto il 20 per cento: questi i verdetti decretati dagli italiani chiamati alle urne.
Non c’è una coalizione o partito che ha ottenuto la maggioranza assoluta di 316 deputati e 158 senatori in nessuna delle due Camere. Il centrodestra ottiene più seggi sia al Senato, sia alla Camera, ma resta ben lontano dalle percentuali che permettono di legittimare un governo. Il primo partito è di gran lunga il Movimento 5 Stelle, in mezzo il centrosinistra.
Se le forze politiche rimanessero fedeli alle dichiarazioni della campagna elettorale e delle ore successive alla chiusura dei seggi, sarebbe da escludere un appoggio di Pd e centrosinistra sia a un esecutivo di centrodestra, sia a un governo grillino.
Anche se le probabili dimissioni di Renzi dalla segreteria (annunciate e poi smentite), potrebbero cambiare lo scenario. In entrambi i casi, va sottolineato, l’eventuale sostegno sarebbe sufficiente per raggiungere una maggioranza.
Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha dichiarato che l’alleanza con Forza Italia di Silvio Berlusconi ha vinto le elezioni e formerà il prossimo governo, escludendo qualsiasi ‘strana coalizione’ con altre forze politiche”. Salvini ha parlato in pubblico per rivendicare il diritto a essere il prossimo presidente del consiglio, visto che il suo partito ha preso più voti di Forza Italia. Ha anche escluso qualsiasi alleanza tra la Lega e il Movimento 5 stelle, che è diventato il primo partito italiano.
E’ tutto nelle mani del Presidente della Repubblica Mattarella che, sulla base di numeri e consultazioni, dovrà decidere se e a chi dare l’incarico per formare un nuovo governo. Prima, però, c’è la partita delle presidenze delle Camere, la prima votazione fissata per venerdì 23 marzo.
In Campania stravince il Movimento Cinque Stelle, sia alla Camera che al Senato. Il centro sinistra e Pd sono ovunque soltanto terzi, con una soglia intorno al 15 per cento.
Saltano tutti i candidati delle altre forze politiche, da Vittorio Sgarbi, che competeva direttamente con Di Maio a Pomigliano, a Paolo Siani, l’uomo fortemente voluto da Renzi, che aspetta ora la più che probabile elezione alla Camera, ma solo come capolista del Pd stesso al proporzionale. Piero De Luca, figlio del governatore della Campania, a Salerno subisce una clamorosa sconfitta e dovrà attendere l’attribuzione dei seggi proporzionali.
A Napoli è schiacciante il trionfo dei grillini: Roberto Fico a ovest (58 per cento), Raffaele Bruno al centro (44), Rina De Lorenzo a est (62), Doriana Sarli al Vomero (49). In provincia Di Maio straccia Sgarbi (63,5 contro 20,5).
I grillini conquistano un cospicuo consenso di voti in molte roccaforti storiche del Pd, da Salerno a Napoli est.
In provincia di Napoli i cinque stelle sono al 54 per cento (centrodestra al 25, centrosinistra al 15).
Nel collegio fra Caserta, Benevento e Avellino M5S è al 45 (centrodestra al 30, centrosinistra al 18). In quello che si estende fino a Salerno viaggiano al 46 (centrodestra al 31, centrosinistra al 16).