75 istituti scolastici, distribuiti in 9 km di superficie per adempiere al diritto all’infanzia e all’istruzione di più di 60.000 abitanti: questi “i numeri” di Ponticelli, uno dei quartieri in cui si registra un tasso di dispersione scolastica tra i più alti d’Italia.
Dai nidi alle scuole superiori, passando per asili, elementari e medie, numeri alla mano, s’intuisce che la gestione e la manutenzione di una mole tanto elevata di istituti scolastici non si presenta, né sulla carta né nella realtà pratica dei fatti, un compito facile.
Il Plesso Lotto G del 70° circolo didattico di Ponticelli è uno dei tanti istituti che mostra, suo malgrado, “i segni” della fatiscenza e della mancata manutenzione ordinaria accumulati nel tempo.
Una struttura che di recente ha costretto il dirigente scolastico Gaetano Marchesano ad attuare un piano di mobilità interna, spostando gli alunni dalle aule rese impraticabili dalle infiltrazioni d’acqua, in quelle utilizzabili, per evitare che i bambini respirino la muffa che impregna le pareti delle aule inagibili e siano costretti a studiare in un ambiente umido e maleodorante.
Il passaggio dalle classi alle aule didattiche da adibire a classi, non è andato giù alle madri dei piccoli alunni dell’istituto per una serie di ragioni: “il Lotto G è un istituto che presenta numerose problematiche, specialmente al piano superiore, dove ci sono tre classi della scuola primaria. – spiega una delegazioni di madri degli alunni – I bagni dei bambini non sono funzionati, quindi sono costretti ad usufruire del bagno delle maestre, la pavimentazione si solleva di continuo, quindi i bidelli costretti a fare rappezzi con il cartone, in diverse aule si registra la presenza di consistenti infiltrazioni, oltre che nei corridoi. La scorsa settimana i bambini della prima elementare sono stati spostati dalla loro classe in una delle aule adibite a laboratorio di lettura, quindi per far fronte ad una situazione di emergenza si privano i nostri figli di un sevizio offerto dalla scuola. I corridoi del primo piano sono pieni di secchi che raccolgono l’acqua che gocciola e di giochi utilizzati per mettere in sicurezza porzioni di pavimento dismesso. Le aule utilizzabili in cui i bambini sono stati spostati sono situate lontano dai bagni, quindi per raggiungerli sono comunque costretti a camminare lungo un vero e proprio percorso ad ostacoli che li espone al rischio di farsi male, se scivolano sull’acqua che cade dal soffitto.”
Non si tratta di una condizione sopraggiunta in seguito ai violenti temporali degli ultimi giorni: l’edificio risente delle negligenze accumulate negli anni, così come comprovano le tante aree off limits. Il teatro è inagibile, così come la palestra, abbandonata a sè stessa da anni. In seguito al distacco della tettoia esterna, le infiltrazioni di acqua si sono progressivamente allargate fino a rendere inagibile l’area destinata all’attività motoria. Così come le condotte fognarie dei bagni si intasano di continuo. In passato, l’intervento della ditta dell’espurgo riusciva a garantire il ripristino della normalità. Una normalità che da diversi anni risulta compromessa, in virtù di un danno presumibilmente più serio rilevato proprio dal personale addetto all’espurgo delle fogne che l’ultima volta che è giunto sul posto per effettuare l’intervento – circa 4 anni fa – non è riuscito a portare a termine con successo l’operazione, spiegando agli operatori scolastici che è necessario andare a fondo per risolvere il problema, quindi svolgere dei lavori di manutenzione straordinaria per intervenire sulle tubature e provvedere all’eventuale sostituzione di quelle ormai obsolete. Oltre a molte aule chiuse, quindi non utilizzate perchè non utilizzabili, da diverso tempo è stato inibito l’accesso ad un’intera ala della scuola.
Durante la mattinata di lunedì 26 febbraio, una delegazione delle madri degli alunni del Lotto G sono state ricevute dal Presidente della VI municipalità Salvatore Boggia e dal vicepresidente, Gianluca Maglione: “Ci hanno assicurato che a breve verranno a visionare il plesso per avere un quadro chiaro della situazione – dichiarano le madri a margine dell’incontro – e per capire in che modo intervenire per limitare i disagi dei nostri figli. Il Presidente Boggia ci ha prospettato una serie di soluzioni, si riserva di effettuare questo sopralluogo per capire quale può essere quella più efficace. In ogni caso, ci hanno assicurato che la volontà delle istituzioni è non chiudere la scuola. Chiudere un plesso non è mai una bella cosa e in un quartiere difficile come Ponticelli, sarebbe un danno anche d’immagine per l’amministrazione. La richiesta di noi mamme è ovviamente di non chiudere questa scuola, seppure sia molto grande rispetto al numero degli iscritti, ma se l’edificio viene reso agibile e più funzionante, le iscrizioni potranno aumentare sicuramente. In questo modo, un presidio di legalità ed istruzione importante come il Lotto G che giace a pochi metri dal Rione De Gasperi, potrà acquistare il valore che merita in chiave educativa. La nostra volontà è di fare in modo che i nostri figli continuino il percorso intrapreso in questo istituto, non vogliamo iscriverli altrove, anche per il legame che si è creato tra i bambini e le insegnanti, professioniste molto valide, autentiche perle rare che trattano gli alunni come figli. Al contempo, però, vogliamo che ai nostri figli siano garantito il diritto all’istruzione e all’infanzia in una condizione dignitosa. Così stanno calpestando diritti e dignità dei bimbi. Noi mamme ci auguriamo che le istituzioni si attivino quanto prima.”
Sulla stessa lunghezza d’onda la rappresentante delle insegnanti, la maestra Francesca Albano, nonchè responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione degli alunni. Rammaricata per i laboratori che ha dovuto sacrificare per destinare le aule ad altro uso, preoccupata per i disagi che da diverso tempo si trova a fronteggiare, unitamente alle criticità che puntualmente ed instancabilmente segnala al dirigente scolastico che, a sua volta, provvede ad inoltrare all’amministrazione. Entrambi custodiscono un faldone in perenne aggiornamento, ricco di fax sui quali si ripetono sempre le stesse frasi che segnalano infiltrazioni, criticità, disagi. Solleciti, richieste di interventi: decine e decine di fogli, ai quali, giorno dopo giorno, se ne aggiungono altri, ai quali, però, non seguono risposte. Di nessun tipo.
“I bambini non possono usufruire della palestra, quindi non possono praticare attività motoria. – spiega la maestra Albano – L’anno scorso è arrivato un ragazzo che gli faceva fare qualche esercizio fisico e gli ho messo a disposizione una classe del piano superiore, quindi uno spazio vuoto, ma dopo circa 3 lezioni, anche lì si è alzato il pavimento. E quindi, di volta in volta, dovevo trovare un’altra area da destinare a quell’attività. Li dovevo indirizzare verso una classe in disuso, con la speranza che non si sollevasse anche lì il pavimento. Lavoro anche sulla drammatizzazione, ma non potendo disporre del teatro dell’istituto che è inagibile da diverso tempo, per portare in scena la recita di fine anno della quinta dell’anno scorso ho dovuto chiedere il permesso per usufruire del teatro del vicino Lotto O. Non ho uno spazio per fargli fare attività fisica in sicurezza, né per fargli fare drammatizzazione. Per rendergli la cosa più allegra e indolore, quando si solleva il pavimento, prendo del materiale scolastico e colorato per mettere in sicurezza l’area per non fargli avvertire troppo il disagio.”
Un ruolo tutt’altro che semplice, quello ricoperto da Gaetano Marchesano, dirigente scolastico dei quattro plessi del 70° circolo: “L’ente proprietario del plesso dovrebbe intervenire per mettere in pratica atti di manutenzione ordinaria e straordinaria, – dichiara Marchesano – quindi garantire una maggiore sicurezza a tutti gli alunni agli operatori, all’utenza. La soluzione che prevede la procedura ordinaria, quindi. L’ente dovrebbe addossarsi l’onere di ristrutturare non solo questa scuola, ma anche gli altri edifici che fanno parte dell’istituto che gestisco. Tutte le scuole, pressoché quotidianamente, presentano criticità che evidenziano il bisogno di manutenzione ordinaria e straordinaria. Proprio stamattina, al plesso del Lotto O si è verificato un guasto elettrico, per cui molti genitori hanno preferito non portare i figli a scuola. Ho immediatamente allertato le autorità, inoltrando anche l’ennesima segnalazione riguardante proprio il Lotto G. In questi casi, più che mettere in sicurezza i bambini, in quanto preside degli istituti, non posso fare. Ci auguriamo che ci sia una sensibilizzazione comune della cittadinanza e degli organi competenti per risolvere alla radice i problemi delle scuole napoletane, non solo di quelle di Ponticelli.
Sono anni che vengono attuati “interventi tampone”. Il Lotto G necessita di una serie di interventi: dalla messa in sicurezza dell’edificio, alla risoluzione del problema del sollevamento dei pavimenti e delle infiltrazioni d’acqua, senza dimenticare l’emissione del certificato antincendio. Solo attuando questi interventi si consentirà una corretta utilizzazione del plesso. La scuola non deve essere assolutamente chiusa, in quanto avamposto culturale, soprattutto per un’area come quella di Ponticelli a rischio di dispersione scolastica.
Due dei quattro plessi che dirigo si trovano uno di fronte all’altro: il Lotto O, il cosiddetto “Lotto zero” e il Lotto G, entrambi due edifici giganteschi, con un surplus di aule ed entrambi sottoutilizzati per una scarsità demografica e non solo. Entrambi gli edifici necessitano di interventi strutturali. L’ho detto anche all’assessore Palmieri qualche tempo fa: è necessario un massiccio investimento per le scuole di Ponticelli, non parlo solo delle quattro che dirigo io. Auspico un Piano Marshall per le scuole: è giunta l’ora che si sposi quest’idea, perchè non si può andare avanti così, per l’utenza, per il personale scolastico, ma soprattutto per i bambini che dovrebbero apprendere, ma anche educarsi alla crescita culturale e civile, ma con queste condizioni non è facile. Fin quando nel Lotto G ci sarà anche solo una classe, anche solo un bambino, io farò tutto il possibile per far funzionare correttamente la scuola.“