La mostra “Viaggi immaginari. Picasso e i Balletti russi, tra Italia e Spagna” (16 febbraio-24 giugno 2018) a cura di Sylvain Bellenger, Luigi Gallo e Carmine Romano, realizzata dal Mucem (Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo di Marsiglia) e dal Museo e Real Bosco di Capodimonte, organizzata da Electa, nell’ambito di Picasso-Méditerranée, un’iniziativa del Musée national Picasso di Parigi che coinvolge sessanta istituzioni in otto paesi del Mediterraneo nel triennio 2017-2019.
La mostra approfondisce i temi dell’esposizione napoletana Parade. Picasso e Napoli, tenutasi al Museo e Real Bosco di Capodimonte e all’Antiquario di Pompei, dal 7 aprile al 10 luglio 2017, in occasione del centenario del viaggio di Picasso in Italia, mostra che per la prima volta metteva l’accento sul rapporto del pittore con l’arte popolare napoletana e il teatro tradizionale. Tale approccio ha permesso di evidenziare quanto l’arte popolare abbia ispirato un periodo fin’ora studiato esclusivamente alla luce del ritorno all’ordine e del classicismo della tradizione pittorica di Ingres.
Se nella mostra napoletana erano analizzati da Carmine Romano i balletti definiti italiani, Parade e Pulcinella, a Marsiglia si esaminano anche i balleti d’ispirazione iberica, Tricorne e Cuadro flamenco. Le ricerche, da lui effettuate per questa mostra, negli archivi di Madrid, Granada, Siviglia e Cadiz e Jerez de la Frontera, dove si trovano documenti e lettere relative al compositore Manuel de Falla, ai membri della compagnia dei Balletti Russi e ai personaggi a loro vicini (Diaghilev, Massine, Lanz, Llorca ecc.), hanno messo in evidenza come il tema dell’iconografia napoletana e la compenetrazione con la città amata dal pittore sia centrale in tutta la produzione teatrale di Picasso per i balletti russi. Esemplari sono l’identificazione dei luoghi della Napoli degli inizi del XX secolo, ritratti dall’artista e utilizzati per le scenografie di Parade, Tricorne e Pulcinella.
Un sezione fondamentale della mostra riguarda l’approfondimento dei modelli iconografici per il sipario di Parade, i cui personaggi erano già stati identificati da Romano nella mostra di Capodimonte. Dall’inedito confronto si evincono le radici formali del sipario, immerse nel fertile terreno del racconto popolare, religioso e teatrale, rappresentato da manifesti di spettacoli provenienti dal Museo di San Martino messi a confronto con gli ex voto e una bandiera devozionale del Santuario di Madonna dell’Arco.
Ai costumi di Parade già esposti a Pompei, si aggiungono quelli di Tricorne e Pulcinella, grazie a un prestito eccezionale del Teatro dell’Opera di Roma che permettono il confronto diretto con gli schizzi autografi di Picasso, provenienti dal Musée Picasso Paris. Nel catalogo Luigi Gallo ha evidenziato le similitudini della grafica di Picasso con la moda un mondo al quale era stato introdotto da Coco Chanel, sponsor di Parade. Una sezione specifica, inoltre, indaga il rapporto fra Picasso e Fortunato Depero, coinvolto nella realizzazione dei costumi cubisti di Parade, grazie ad un insieme di marionette, quadri e disegni prestati dal MART (Museo d’Arte Moderna di Rovereto e Trento).
Le due mostre, Parade. Picasso e Napoli e Viaggi Immaginari. Picasso e i Balletti Russi fra Italia e Spagna, allargano il concetto del Primitivismo ben oltre l’art nègre al mondo del teatro e delle processioni religiose del Mediterraneo.