«Una storia di calcio vero, di valori e di vita, che dai campetti di provincia arriva fino alla serie A e continua ancora oggi alimentando sogni e sentimenti positivi nelle giovani generazioni. Il ricordo del giocatore e dell’allenatore si interseca con la storia di un bimbo che voleva giocare a calcio e che imparerà, grazie ad un curioso personaggio, i valori dello sport».
E’ “Volevo essere Imbriani” il docu-corto presentato alla stampa sabato 10 febbraio, data peraltro simbolica perché coincideva, non casualmente, con il compleanno di Carmelo, al cinema Gaveli di Benevento, e dedicato a Imbriani il giocatore di origini sannite scomparso nel 2013.
«Quando ho pensato a “Volevo essere Imbriani”– dice Alberto Scarino, ideatore e produttore del docufilm, – lo spunto mi è venuto da due riflessioni: tributare qualcosa di tangibile a Carmelo, coniugandola con un’operazione che, mi piace, si possa definire “nostalgia”. Legata a un calcio che non c’è più, quello delle leggende intramontabili, un calcio antico e romantico dove si stampavano indelebilmente nelle menti e nell’immaginario dei tifosi le formazioni delle squadra che si ripetevano a memoria. Il marketing ha soggiogato questa visione. Paillettes e lustrini hanno preso il posto di spogliatoi sui cui muri si sentiva l’odore dell’olio canforato, hanno tolto volume al rumore dei tacchetti, al profumo dei campi in erba».
Il corto girato in un campetto della provincia beneventana, quello di San Giorgio la Molara, contiene anche una serie di interviste a persone che hanno conosciuto Carmelo Imbriani, nel mondo del calcio e nella vita quotidiana e che con lui hanno mantenuto fino all’ultimo un profondo rapporto umano. Per la parte “documentario” sono stati intervistati, tra gli altri, Marcello Lippi, Ivan Zazzaroni, il dottor Alfonso De Nicola, Fabio Pecchia.
«Attraverso le interviste – dice Umberto Rinaldi regista del film – si è voluto ricostruire la vita del calciatore e tecnico beneventano, non soltanto per omaggiarne la memoria e renderne più vivo il ricordo ma anche per incentivare e promuovere le tematiche benefiche legate alla sua figura». Questo è un primo obiettivo, il secondo non meno importante, è quello di comunicare ai giovani: «La storia del corto-documentario, – prosegue Rinaldi – che ha per protagonisti i più piccini, quelli che si avvicinano al mondo del calcio attraverso la figura positiva di Carmelo Imbriani, vuole diffondere e sostenere gli ideali di un calcio sano e di un approccio allo sport che possa essere anche palestra di vita e maestro di comportamento. Inoltre il progetto ha visto il coinvolgimento (come attori e figuranti) di un certo numero di giovani, garantendo così un impegno degli stessi in attività culturali».
Il calcio come collante di rapporti anzitutto umani, il calcio che, se vuole, può polverizzare tabù e aprire le menti dei più piccoli, per questo Rinaldi ha voluto inserire nel cast una giovanissima Francesca Girolamo, calciatrice delle Streghe Benevento, aggiungendo alla lista delle tematiche affrontate anche quella del calcio femminile.
Il calcio che può diventare veicolo di messaggi importanti, lo ha capito anche il produttore americano Alex Evans che, dopo aver preso contatti con la casa produttrice Hitch2, ha proposto di condividere il progetto nei teatri, negli istituti culturali e attraverso i canali streaming a disposizione, dando ulteriore prova del successo che l’idea sta riscuotendo anche oltre oceano, in Australia molti italiani emigrati che hanno incontrato Gianpaolo, il fratello di Carmelo, hanno già richiesto la proiezione del corto-documentario.
La proiezione di sabato mattina è stata preceduta da numerosi interventi che hanno voluto dare il loro contributo all’evento con i ricordi personali legati a Carmelo Imbriani.
A presentare Veronica Riefolo, volto noto di Sportitalia, e a intervenire per primo il sindaco di Benevento Clemente Mastella che è fra l’altro legato da rapporti di parentela con la famiglia Imbriani, di Carmelo ha ricordato «il garbo e la timidezza istintiva, oggi va a lui il nostro ringraziamento per essere diventato un modello di vita» ha detto.
A salire sul palco del Gaveli Salvatore Carmando massaggiatore del Napoli ai tempi di Imbriani, Alessandro Sbrizzo compagno di squadra di Carmelo e il direttore sportivo Luigi Pavarese, memorie, le loro, che hanno strappato un sorriso e un po’ di commozione ai presenti alla proiezione, e sicuramente alla famiglia Imbriani che ha partecipato all’evento, la sorella Diamante è salita sul palco del Gaveli per ringraziare la produzione per l’iniziativa dedicata a Carmelo. Il fratello Gianpaolo è invece impegnato da diversi anni con l’associazione “Imbriani non mollare” per portare il nome e i valori di suo fratello in giro per il mondo. A seguire del prof. Luigi Caramiello, sociologo e scrittore, che ha dato un seguitissimo contributo, tratteggiando l’imporanza del calcio in ambito sociologico.
E ancora hanno preso parte Mario Collarile delegato provinciale del Coni ed Ennio Calabrese molto partecipato l’intervento di quest’ultimo, rappresentante storico della tifoseria beneventana, che ha lanciato l’invito a riempire la sala del Gaveli il 15 febbario alle ore 20, per la proiezione aperta al pubblico.
Infine a salire sul palco sono stati il regista e il produttore del docu-corto, Umberto Rinaldi e Alberto Scarico hanno sottolineato fra l’altro come il lavoro, oltre a vedere la partecipazione di attori professionisti, Nello Mascia e Peppe Barile, abbia rispettato la logica di Hitch2, la loro giovane casa di produzione, ovvero «progetti che nascono dal territorio con il coinvolgimento di risorse locali e attori del posto, professionisti e non del luogo che partecipano all’opera diventando i veri protagonisti delle nostre produzioni, protagonista di “Volevo essere Imbriani” è il giovane sangiorgese Luca Mercorella».
Il 15 febbraio, dunque, presso lo stesso cinema ci sarà la proiezione aperta al pubblico, per la cui visione si pagherà un biglietto a un costo modico. Il ricavato – detratte le spese, precisa la produzione – sarà completamente devoluto in beneficienza, una parte andrà all’iniziativa “Un campo per Carmelo” per la realizzazione di un campo da calcio, iniziativa, questa, di cui ha illustrato perfettamente il progetto don Terenzio Pastore tra i missionari del Preziosissimo sangue, impegnato a raggiungere l’obiettivo in collaborazione con Hitch2, “Imbriani non mollare” e Ntr24.