Una settimana dopo la scomparsa di Ciro Ascione, il giovane del quale la famiglia perse le tracce durante la serata di sabato 20 gennaio, le ipotesi emerse dalle immagini delle videocamere di sorveglianza della stazione di Casoria, trovano conferma nel referto del medico legale che ha effettuato l’autopsia sul corpo del giovane, ritrovato esanime proprio sui binari della linea ferroviaria.
Il responso dell’autopsia sul corpo di Ciro Ascione, non lascia adito a dubbi: il ragazzo ha perso la vita lungo la linea ferroviaria Napoli-Caserta, dopo essere caduto dal predellino del treno al quale si era aggrappato ed è morto sul colpo, dopo aver battuto la testa.
Nonostante il tratto fosse in curva, il treno andava circa a 100 km orari. La caduta è stata violenta e l’impatto immediatamente fatale.
I risultati sembrano confermare la tesi degli inquirenti, già suffragata da alcuni filmati di sicurezza che mostravano il ragazzo aggrappato ad un vagone del treno che avrebbe dovuto riportarlo a Casoria.
Ciro Ascione, il sedicenne di Arzano scomparso sabato sera e ritrovato cadavere tre giorni dopo sulla massicciata della linea ferroviaria, a meno di un chilometro dalla stazione di Casoria dove lo aspettava il papà, è morto nel tremendo impatto con il pietrisco dei binari, dopo essere caduto a una velocità intorno ai cento chilometri all’ora, da quell’esile appiglio del predellino del vagone sul quale era saltato dopo la chiusura delle porte del treno in partenza dal binario 5 della stazione di Piazza Garibaldi.
Il sedicenne di ritorno da un pomeriggio trascorso a via Toledo in compagnia della fidanzata, aveva preso la metro della linea 1 per poi scendere a Piazza Garibaldi e recarsi alla stazione centrale per salire su un treno che potesse riportarlo a Casoria, dove c’era il padre ad attenderlo. Gli inquirenti ipotizzano che il giovane si sia aggrappato al treno in corsa, proprio per non arrivare in ritaro all’appuntamento con il padre. Per questo motivo si era aggrappato alla porta di uno dei vagoni, appoggiando i piedi sullo stretto predellino. Le lesioni alla fronte e quelle alla nuca, ritenute compatibili con una caduta a forte velocità, sono state tali da non lasciare scampo al povero Ciro.
Un responso, quello del tavolo dell’autopsia, molto chiaro, tanto che il magistrato ha dato il nulla osta a liberare la salma, che è stata consegnata ai genitori.
Un referto che scongiura l’ipotesi che a uccidere Ciro sia stato qualcuno che lo aveva scaraventato fuori da un finestrino dal treno in corsa. Caduta la pista dell’omicidio, e in base anche ai primi risultati dell’autopsia, l’attenzione della Procura di Napoli Nord si sposta sulle misure di sicurezza dei convogli in partenza da Piazza Garibaldi. Occorre capire perché sia partito quel treno portando un ragazzo attaccato al vagone, attaccato solo con la punta delle dita sulla maniglia e venti centimetri di appoggio sotto i piedi, a un treno che sfrecciava a cento chilometri all’ora, per almeno cinque o sei minuti. Fino alla morte.
La salma è stata restituita ai familiari. I funerali sono in programma domenica 28 gennaio alle 14, in piazza Cimmino ad Afragola, presso la parrocchia di Sant’Agrippino.