La sera del 5 settembre 2010, Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, fu barbaramente ucciso in un agguato, mentre, a bordo della sua auto, stava percorrendo la strada che lo avrebbe ricondotto a casa. Proprio lungo quella strada è successo qualcosa che, tutt’oggi, a distanza di sette anni e mezzo, è avvolto nel mistero. Vassallo ha incontrato qualcuno che molto probabilmente conosceva, ma che non ha riconosciuto come il suo aguzzino, tira il freno a mano, abbassa il finestrino e probabilmente intrattiene una conversazione – o discussione – fino a quando l’interlocutore estrae l’arma e spara contro il sindaco di Pollica nove colpi d’arma da fuoco, mentre Vassallo stringe ancora il cellulare tra le mani.
Da quella sera e da quella scena del crimine, nel corso di questi sette anni, si sono susseguiti una serie di misteri.
A partire dal ritardo con la quale fu recintata la stessa scena del crimine, per impedire l’occultamento di prove ed indizi. Tantissime persone si sono avvicinate all’auto in cui giaceva il corpo esanime di Vassallo: qualcuno ha poggiato le mani sulla vettura, altri hanno fumato e gettato mozziconi lungo la strada. Per questa ragione è stato necessario prelevare ben 94 campioni di Dna.
Sette anni e mezzo sono trascorsi da quella notte, nell’arco dei quali si sono alternate tante ipotesi e congetture, ma le indagini non hanno portato a nessun dato certo, tant’è vero che dietro l’angolo si cela l’epilogo di uno dei tanti delitti destinato ad essere archiviato sotto la voce “casi irrisolti”.
Alla fine di febbraio scadrà l’ultima proroga delle indagini preliminari nei confronti dell’unico indagato: Bruno Humberto Damiani, pusher operante lungo le coste cilentane e che durante l’ultima estate di Vassallo lo sfidò a muso duro, arrivando a minacciarlo di morte più volte. Seppure Damiani risultò negativo all’esame dello stub, ovvero il test al quale si è sottoposto per verificare l’eventuale presenza di polvere da sparo sugli arti e sugli indumenti, il fatto che subito dopo volò in Colombia ha insospettito gli inquirenti. Damiani è un rissoso, irriverente e spavaldo. Proprio quel carattere forte e il suo “Passato difficile” che racconta di una pena scontata in carcere per una rapina in un supermercato salernitano, fanno di lui “l’indiziato perfetto”. Occhi di ghiaccio e fisico possente, il ghigno da duro e quelle parole pesanti rivolte al primo cittadino di Pollica. Tuttavia, il Damiani, seppure coinvolto nel business della droga che soprattutto d’estate dilaga lungo le coste cilentane, non possedeva lo spessore criminale necessario per poter uccidere un sindaco.
Gli inquirenti chiederanno per lui l’archiviazione delle accuse: si attende solo l’esito di una perizia balistica su una pistola. E sull’omicidio Vassallo calerà il sipario. L’archiviazione, in ogni caso, non esclude che il fascicolo possa essere riaperto in qualsiasi momento se ci saranno elementi nuovi.
Da quel giorno, Dario Vassallo, fratello di Angelo, si è sempre battuto su due fronti: per mantenere viva la memoria di Angelo e non smettere mai di chiedere verità e giustizia per quell’omicidio così efferato. Un impegno che ha preso forma attraverso la nascita della fondazione intitolata ad Angelo Vassallo, oltre alle innumerevoli iniziative che hanno portato Dario in giro per l’Italia e l’Europa per raccontare il modello politico che ispirava il compianto fratello e non solo. Una storia, quella di Angelo Vassallo, raccontata in una fiction prodotta dalla Rai e in una rappresentazione teatrale che continua a portare il ricordo del sindaco-pescatore sui palcoscenici dei teatri italiani.
Al cospetto dell’imminente archiviazione delle indagini, la fondazione Angelo Vassallo sindaco-pescatore onlus ha avviato una petizione online perché sia istituita una commissione parlamentare d’inchiesta, raccogliendo in pochi giorni 14 mila firme.
Poiché mancano poche settimane alle elezioni, bisognerà attendere la prossima legislatura per vedere se la richiesta sarà accolta.
Il prossimo 10 febbraio, intanto, ad Acciaroli – frazione del comune di Pollica – è in programma una marcia «Per Angelo. Conoscere la verità per ricredere nella giustizia». L’iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione Angelo Vassallo e vedrà la partecipazione di decine sindaci italiani, oltre che di numerose associazioni civili.