Sciara (Palermo), 23 gennaio 1990 – Angelo Selvaggio, un bambino di 11 anni, viene trovato sgozzato e con il corpicino martoriato da ferite da arma da taglio. La scomparsa del piccolo, descritto come un bambino vivace ed allegro, era stata denunciata due giorni prima dalla madre.
Unico indizio ritrovato dagli inquirenti un coltellino, pulito, senza tracce di sangue, trovato sotto il cadavere. Per tutta la notte, nella caserma di Sciara, i carabinieri hanno tenuto sotto torchio un altro ragazzino di undici anni, A.C. E’ l’ ultimo che ha visto Angelo vivo. Gli inquirenti, in prima battuta, presumono che Angelo Selvaggio possa essere rimasto ucciso al termine di una lite tra ragazzi affrontatisi, nonostante la tenera età, a colpi di coltello. A trovare il corpicino di Angelo Selvaggio è stato uno zio del bambino. Salvatore Panzarella, 52 anni, cugino dei genitori di Angelo, si era recato in campagna con il suo cane per recuperare alcune pecore del gregge che aveva smarrito. In prossimità del campetto di calcio, alla periferia del paese è avvenuta l’agghiacciante scoperta.
Ripiegato su se stesso, Angelo giaceva ai margini del campetto, il volto ridotto ad una maschera di sangue, la gola tagliata, il torace e gli arti sfregiati, quasi che qualcuno avesse infierito su di lui con inaudita violenza. Salvatore Panzarella è corso fino alla caserma dei carabinieri, lasciando il cane a guardia del corpicino ormai privo di vita del nipote.
Orfano di padre, il piccolo Angelo viveva con la madre.
Gli inquirenti scopriranno poi che il piccolo era stato ucciso a coltellate per avere rubato due pecore.