Napoli, 17 gennaio 2009 – Umberto Concilio, vigilantes privato in servizio di controllo notturno presso negozi e istituti di credito nella zona del vecchio Tribunale di Napoli, muore poco dopo essere giunto al pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare, per le gravi ferite riportate in un agguato.
Quella sera, dopo i normali controlli, insieme ad un collega, mentre rientra in macchina, due persone a bordo di uno scooter, lo affiancano e sparano.
Otto colpi raggiungono Umberto, mentre altri sei feriscono gravemente il suo collega. Si tratta di uno dei tanti tentativi di rapina sfociati nel sangue. Uno dei tanti episodi criminali in cui perde la vita una vittima innocente di quel vortice di violenza senza fine che da tempo immemore spira su Napoli.
Per l’omicidio di Concilio viene arrestato il diciassettenne Manuel Brunetti, ad indicarlo come l’autore di quel efferato omicidio è il collaboratore di giustizia Vincenzo De Feo. Nonostante le prove schiaccianti fornite dalle intercettazioni ambientali che inchiodano il 17enne come l’autore di quella rapina finita nel sangue, Brunetti viene assolto nel processo di primo grado.
Nell’aprile 2012 in Corte d’Appello, con le stesse prove, Manuel Brunetti è stato condannato a 16 anni di reclusione in quanto responsabile dell’omicidio di Umberto Concilio: assassinato nel corso del tentativo di portargli via la pistola d’ordinanza.
Il 29 agosto 2013, Manuel Brunetti, viene arrestato dalla polizia nell’aeroporto di Fiumicino. Era latitante dal 2011.
Le telecamere dei sistemi di sorveglianza collocati lungo la strada, filmano gli ultimi attimi di vita di Umberto e quelle tragiche sequenze di morte.