C’è un’Italia di calcio già qualificata ai Mondiali: è la Nazionale di calcio amputati che, ad Istanbul, ha concluso al quinto posto il Campionato Europeo, disputato dal 2 al 10 ottobre, promosso dalla EAFF (European Amputee Football Federation).
Il piazzamento azzurro nella rassegna continentale ha garantito così all’Italia il pass azzurro per i Mondiali in Messico in programma nel 2018.
La storia di questa squadra ha inizio dal sogno di un ragazzino, Francesco Messori, allora 14enne, nato senza una gamba. Nonostante questo limite ha sempre avuto dentro di se una grande passione per il calcio, ma avendo la protesi o le stampelle, per regolamento non poteva giocare in campionati ufficiali.
Nel dicembre 2011, l’allora presidente del Centro Sportivo Italiano gli diede la deroga per giocare insieme ai normodotati. Era un sogno che si realizzava, ma non era ancora appagato del tutto. Creò un gruppo su Facebook per reclutare altri ragazzi con il suo stesso problema e con la stessa voglia di giocare a calcio. Arrivarono presto molte adesioni e in poco tempo riuscì a creare una squadra anche in Italia. Nel Dicembre 2012 il Csi presentò la prima Nazionale di Calcio Amputati . In vista dei prossimi mondiali, un primo nucleo di ragazzi ha iniziato la preparazione atletica sotto la guida del compagno di squadra l’ischitano Gianni Sasso coadiuvato dell’Accedemia di calcio 1VS1 di Maurizio Silvestri. Silvestri istruttore di spessore, nonché ex calciatore portentoso, ha messo a disposizione, senza percepire alcun compenso, la sua professionalità, il tempo e gli spazi affinché i calciatori della Nazionale potessero prepararsi adeguatamente e rappresentare con onore i colori della nostra nazione, assente dal campionato mondiale di calcio ufficiale.
E’ stata lanciata una petizione per chiedere alla Federazione di riconoscere questa squadra nazionale e di supportarla poiché sarà il nostro orgoglio ai mondiale di novembre 2018. Si tratta di persone fantastiche e di esempio che, al pari di tutti gli atleti paraolimpici hanno diritto di essere riconosciuti dalla Federazione di riferimento.