Continua la singolare battaglia di Francesco D’Antuono, 48enne salernitano malato di Parkinson, proprio contro la grave malattia neurodegenerativa che lo affligge ormai da 12 anni.
“Una nota casa farmaceutica – ha spiegato all’Ansa – ha sospeso le ricerche su Parkinson per scarsi risultati finora ottenuti. Io, però, non mi arrendo e voglio rivolgermi alla ricerca dal palco dell’Ariston di Sanremo per chiedere che non ci abbandoni. Il Parkinson non toglie anni alla vita, ma vita agli anni e c’è bisogno di cure che ci aiutino vivere meglio malgrado questo male. Ho avuto già dei contatti con l’entourage di Claudio Baglioni, – dice ancora Francesco – che mi hanno fatto sperare. Poi però non ho avuto notizie. Spero mi contattino presto”.
Nell’ultima giornata del girone D di Promozione campana del campionato 2016/2017, Francesco D’Antuono, psicologo, dipendente comunale e addetto stampa dell’Angri, ha coronato il proprio sogno di esordire con la maglia della sua squadra del cuore. Un esordio sugellato anche da un gol, senza dubbio uno ei più significativi della storia calcistica italiana: “Quando gioco a calcio il tremore svanisce, grazie a tutti per la fiducia”.
Aveva sempre sognato di vestire la maglia della formazione salernitana, sin da bambino l’unica squadra del cuore, e grazie a un allenatore sensibile e a un gruppo di amici prima che di dirigenti è riuscito a coronare questo suo desiderio. Scendere in campo per un quarto d’ora in una partita vera, difendere i colori della sua squadra del cuore sul prato verde e dimostrare a tutti che nessuna malattia degenerativa può placare la volontà di un uomo determinato a non farsi piegare da quel dannato morbo.
Francesco ha anche un trascorso da scrittore: ha pubblicato un libro per spiegare cosa si prova a vivere con il morbo di Parkinson e come affrontare questa malattia che non si può curare, ma il cui decorso può essere rallentato.
Una malattia scoperta nel 2005, quando Francesco aveva 35 anni. Una mattina d’agosto, mentre si lavava i denti, si è reso conto che non riusciva a muovere ritmicamente la mano. Inizia a prendere i primi farmaci per attenuare il tremore corporeo che, tuttavia, aumentava con l’ansia e ogni qualvolta usciva di casa per fare la spesa, il tremore aumentava vistosamente perché sentiva lo sguardo delle persone su di lui, sulle sue mani.
La vita di Francesco diventa un inferno, non esce più di casa, litiga con i suoi familiari. Una fase che supera facendo outing: invia una lettera alla redazione di un quotidiano locale di Ladispoli, in cui racconta la sua vita di malato nella speranza di essere compreso e ‘accettato’ dagli abitanti della sua città.
La lettera venne letta da un giornalista che gli propone di scrivere un libro: ‘L’Inquilino dentro’, questo sarà il titolo.
Francesco la descrive così la sua malattia: “il Parkinson è come una radiolina sparata a tutto volume nelle orecchie, ogni ora del giorno e della notte, è un disturbo che non puoi cancellare spegnendo definitivamente la radio, ma puoi abbassare il volume, puoi ‘governare’ la malattia e smettere di sentirti completamente in sua balìa”.
Fra le regole che Francesco individua per riuscire a convivere con quella malattia ci sono l’ironia, il sorriso, la pazienza e la tolleranza.
Francesco ha regalato momenti di grande commozione a Sant’Antonio Abate, quando è salito sul palco durante un concerto di Gigi D’Alessio per eseguire un brano alla batteria insieme al cantautore partenopeo. Tutt’altro che casuale la scelta del brano suonato, del quale Francesco ha anche intonato qualche strofa: “Non mollare mai”, un inno alla vita.
Vedremo se la mission del tenace Francesco riuscirà a conquistare anche il palco dell’Ariston di Sanremo nel corso del Festival più seguito dagli italiani.