“Molti sono convinti che certi ambiti non debbano neppure essere raccontati. Questo snobismo diffuso è stato il motivo che definitivamente mi ha fatto credere nel progetto.” Lo presenta così Valerio Vestoso, il suo documentario ispirato alla vita Luigi Ciaravola, in arte Gigione.
Una galoppata tra i momenti di vita pubblica e privata del re delle feste di piazza, mostrandone esibizioni e dietro le quinte della vita di un uomo di spettacolo in equilibrio tra sacro e profano.
Maurizio Costanzo lo fece conoscere a tutta l’Italia ospitandolo nel salotto televisivo più celebre degli anni ’80 e ’90, quel Maurizio Costanzo Show che ha scritto la storia della tv italiana, attraverso la scoperta di talenti e di volti televisivi che grazie a quell’opportunità hanno poi bucato il piccolo schermo e, non di rado, sono approdati anche sul grande schermo.
Un salto di qualità che adesso tocca anche a Gigione, grazie alla coraggiosa e tutt’altro che scontata scelta di puntare su di lui e sulla sua storia, convertendola in un documentario da guardare sgranocchiando pop corn e patatine, maturata da Valerio Vestoso, al suo primo lungometraggio.
Un documentario decisamente interessante perché non si limita a una passiva promozione ed esaltazione del personaggio, ma va oltre, offrendoci un ritratto di un’Italia che tanti, troppi, guardano con supponenza non riuscendo di conseguenza a capirne le aspettative e le pulsioni.
«Essere Gigione. L’incredibile storia di Luigi Ciaravola» in uscita nelle sale il 18 gennaio e che racconta la vita e le gesta di un’icona di genere chiamato a coprire all’incirca 150 concerti all’anno e che ha iniziato a cantare all’età di 7 anni e oggi che ne ha 70, continua ancora a farlo, cavalcando canzoni colorite e goliardiche, diventate degli autentici brani-cult.
Un autentico viaggio a galoppo tra le province campane, un contesto, una realtà e delle suggestioni che assai di rado trovano spazio tra le pellicole cinematografiche.
In 71 minuti di film Vestoso racconta con delicatezza e sottile ironia il Gigione privato e l’ ‘animale da palco’, le sue canzoni e soprattutto chi le canta e balla da sotto il palco. Non mancano veri e propri personaggi, dal capo del suo fan club, anche questo incredibilmente umbro, al bambino che lo imita ai matrimoni, fino a Joe Donatello e Menayt, i due figli che si avvicendano con lui sul palco. Valerio ha seguito Gigione in giro per le province, rannicchiato nell’auto con la telecamera e il microfono acceso o sul palco, a tavola e nella sala da registrazione, nei momenti di relax in cui il cantante gli ha regalato riflessioni intime e anche in viaggio verso Zurigo e altre mete europee.