Un agente penitenziario – secondo quanto riferisce Ciro Auricchio, ispettore capo e segretario regionale del sindacato Uspp – è stato strattonato, aggredito a calci e pugni e poi sequestrato nell’istituto penale minorile di Nisida a Napoli da tre detenuti che, dopo aver chiuso l’uomo in uno stanzino, avrebbero cercato di aprire le celle di altri detenuti senza riuscirvi.
Accompagnato all’ospedale, all’agente sono stati diagnosticati 21 giorni di prognosi per le ferite riportate.
Secondo una prima ricostruzione, l’agente sarebbe stato aggredito mentre era impegnato ad assicurare lo smaltimento dei rifiuti dall’interno delle celle dal detenuto lavorante addetto al servizio che, giunti all’altezza dell’ultima cella, ha approfittato della situazione aggredendolo alle spalle, spalleggiato da altri due detenuti intervenuti immediatamente dopo. Gli avrebbero sottratto le chiavi e, quindi, lo avrebbero chiuso all’interno della cella per poi aprire tutti gli altri detenuti, non prima però di averlo picchiato selvaggiamente e senza alcuna pietà. Scattato l’allarme, l’agente è stato liberato e accompagnato all’ospedale.
“Sembrerebbe – ha dichiarato Auricchio – la risposta a una perquisizione effettuata dalla polizia penitenziaria il 31 dicembre e al ritrovamento di stupefacenti. Il collega aggredito è stato
accompagnato al pronto soccorso per le cure del caso. Si verificano troppi episodi critici all’interno del circuito penale minorile dopo la legge di riforma che ha previsto che i detenuti anche maggiorenni, fino a 25 anni, possono scontare una pena nelle strutture minorili. Chiediamo una immediata revisione dellanormativa. Va altresì rivista la normativa dei detenuti minorenni che hanno come imputazione un reato associativo oppure un reato aggravato dal vincolo associativo”.