Crispano, 31 dicembre 2010 – Carmine Cannillo, manovale 39enne, marito e padre di due figli, viveva ad Orta di Atella e aveva raggiunto Crispano insieme alla sua famiglia per festeggiare l’arrivo del 2011 insieme agli amici.
Poco dopo mezzanotte, è sceso nel cortile del condominio per assistere allo spettacolo dei fuochi e giocare con le stelle filanti insieme al minore dei suoi figli, di appena 3 anni. All’improvviso, però, Carmine si accascia: una pallottola l’ha colpito alla scapola sinistra.
Le condizioni del 39enne appaiono subito gravi. Cannillo viene caricato su un’auto che lo ha trasporta all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Frattamaggiore. Lungo il percorso i soccorritori hanno incrociato una autoambulanza del “118” e il ferito è stato caricato sul mezzo di soccorso, ma non è stato a salvargli la vita: Carmine arriva in ospedale già morto.
Dopo tre anni di indagini, gli inquirenti giungono ad una svolta: secondo le ricostruzioni balistiche della scientifica, Cannillo fu colpito al torace da un proiettile sparato da 400 metri di distanza, dall’appartamento di un pensionato al quarto piano. Gli inquirenti accusano due uomini, padre e figlio, colpevoli di aver ferito anche un altro uomo: le due armi utilizzate, una Magnum 357 a canna lunga ed una Beretta 9×21, entrambe regolarmente registrate, sono state ritrovate nel corso di una perquisizione nell’appartamento del pensionato.
Per risalire al punto di partenza dei due colpi gli agenti della scientifica hanno utilizzato tutti i mezzi a loro disposizione: foto aeree, parametri metrici, laser, esami autoptici, indagini balistiche, giorni di sopralluoghi e di ricostruzioni della scena.
Antonio Galdieri, 50 anni, e suo figlio Giuseppe, 26 anni, di Caivano, vengono così condannati il primo a cinque anni e quattro mesi, il secondo a nove mesi, per l’omicidio di Carmine Cannillo.